mercoledì 3 agosto 2016

SOCRATE, I TERRORISTI E IL DIO DENARO

Socrate. Franco, ottimo amico, che piacere incontrarti! Dove vai di bello?
Franco. Buona giornata o Socrate. Vado in Chiesa a pregare Nostro Signore perché liberi il mondo dai tanti mali che lo opprimono.
S. Ottima cosa tu fai, amico mio. Io non ho una gran fede, sono anzi piuttosto scettico in materia religiosa, ma ammiro chi prega con fede sincera.
F. Ed io ammiro chi, pur pieno di dubbi, o addirittura lontano dalla fede, si prodiga per fra trionfare amore e pace fra gli uomini.
S. Parole sante!
F. Tutti gli uomini di buona volontà dovrebbero unire i loro sforzi per battere la logica diabolica del potere e del Dio denaro che impediscono la pace e la pacifica convivenza fra esseri umani.
S. Potere? Dio denaro? Non capisco bene...
F. C'è poco da capire, o Socrate. E' la smania di potere e di accumular ricchezze a provocare guerre e tensioni. Dietro a tutto c'è sempre il Dio denaro che condiziona ogni nostra azione e spinge gli uomini a commettere crimini nefandi.
S. Quindi sarebbe il Dio denaro la causa del terrorismo?
F. Certo, del terrorismo, delle guerre e di tanti altri mali.
S. Scusa caro Franco, ma... non ti pare che il fanatismo religioso, soprattutto islamico, abbia qualche colpa?
F. Ma no! Le religioni sono tutte per la pace! La violenza esiste ovunque, pensa a quanti mariti uccidono le mogli, o a quanti genitori maltrattano i figli; e fanatici ce ne sono in tutte le religioni, non solo nell'Islam.
S. Sarà...
F. Non sei convinto?
S. Non saprei. Tu parli di violenza che esiste ovunque, di mariti che uccidono le mogli e genitori che maltrattano i figli.
F. Certo, sono fatti innegabili purtroppo.
S. Ma, questa violenza esisteva anche, diciamo, una ventina di anni fa?
F. Certamente.
S. Sai, ricordo che circa venti anni fa mi sono recato a Roma, a visitare la Basilica di San Pietro. Sono entrato tranquillamente. Son tornato a visitare quella chiesa un paio di mesi fa, e ho dovuto fare una coda di oltre mezz'ora, passare attraverso due metal detector guardato a vista da uomini armati sino ai denti. E' un fatto strano, lo ammetterai, visto che mariti e genitori violenti esistevano anche venti anni fa, anzi, forse erano allora più numerosi di oggi.
F. Io non ho negato,mi pare, che esistano anche sparuti gruppi di fanatici, in ogni fede.
S. Esistono questi sparuti gruppi in tutte le religioni? Oggi? Nella stessa misura?
F. Si, più o meno.
S. La cosa mi lascia alquanto perplesso...
F. E perché mai?
S. Dimmi ottimo amico, ti risulta che esistano buddisti che si fanno esplodere in ristoranti e pizzerie?
F. Non ne ho notizia.
S. E cattolici che sparano all'impazzata sulla folla?
F. Non sembra ne esistano.
S. E protestanti che sgozzano chi non ricorda a memoria le opere di Lutero?
F. Neppure di questo ho notizia.
S. E conosci ebrei che attaccano a colpi di macete delle donne in cinta?
F. Non mi pare di conoscerne.
S. Potremmo dire che la quasi totalità di simili atti esecrandi sia compiuta da musulmani?
F. Forse potremmo dirlo, ma non cambia la sostanza delle cose. Si tratta in fondo di differenze puramente quantitative. Se i militanti di sparuti gruppi di religiosi compiono dei delitti non ha molto senso stabilire chi ne compia in maggior quantità.
S. A me non sembra carissimo Franco. Sinceramente, tu metteresti sullo stesso piano un marito che a volte parla alla moglie con voce alterata ed uno che la prende a calci e pugni tutte le sere?
F. Non saprei, direi di no.
S. E per te sono sullo stesso piano un uomo che una volta nella vita, in preda all'ira, colpisce con un pugno un suo simile ed il teppista che tutte le sere è coinvolto in risse da strada?
F. Forse no
S. Eppure la differenza fra loro è solo “quantitativa” per usare la tua espressione...
F. Quanti sofismi o Socrate! Si tratta di particolari secondari. Comunque a compiere atti di violenza sono solo sparuti gruppi di fanatici...
S. Anche questo mi pare assai dubbio...
F. Come puoi negarlo?
S. Dimmi, tu definiresti “sparuto gruppo” uno stato?
F. No, ovviamente.
S. E concordi nel definire riprovevole violenza, ad esempio, la lapidazione di una adultera?
F. Concordo.
S. E la decapitazione di un apostata?
F. Concordo.
S. E l'imposizione del matrimonio a bambine di meno di dieci anni?
F. Concordo anche su questo, ovviamente. Io sono un uomo profondamente mansueto ed aborrisco la violenza.
S. Per questo ho nei tuoi confronti il massimo rispetto, nobile amico. Però, dimmi, è o non è vero che lapidazione, imposizione di matrimoni e decapitazione degli apostati sono pratica comune e diffusissima, addirittura legge, in molti stati musulmani?
F. Pare che questo sia vero.
S. Ed è o non è vero che le notizie di attentati vengono accolte in molti paesi musulmani con grandi manifestazioni di gioia, cui partecipano decine, addirittura centinaia di migliaia di persone?
F. Forse c'è del vero in questo.
S. Quindi non possiamo parlare di violenza ristretta a sparuti gruppi di fanatici, direi. Si tratta di movimenti di massa, abitudini diffuse, addirittura leggi in molti stati.
F. Di nuovo ti avvolgi in vani sofismi o Socrate! Tutti i tuoi giri di parole servono solo a nascondere la verità.
S. E quale sarebbe la verità? Dimmi, sono ansioso di conoscerla.
F. La verità è che dietro a tutto questo sta il Dio denaro, la sete di ricchezza e potere. Tu scambi per fanatismo religioso ciò che altro non è che bramosia e cupidigia, e dimentichi che l'occidente è il principale responsabile del diffondersi nel mondo di tale cupidigia e bramosia.
S. E' interessante ciò che dici, ma, sinceramente, non mi convince molto.
F. Non vedo il perché.
S. Dimmi o Franco, sei d'accordo che per giudicare qualcosa non si può prescindere dal suo apparire fenomenico?
F. Non ti seguo molto...
S. Se vogliamo dire qualcosa su un aereo dobbiamo vederlo, toccarlo, esaminarne i motori, ne convieni?
F. E come no?
S. E se vuole diagnosticare una malattia un buon medico deve esaminare il paziente, vedere da quali malesseri è affetto e così via, ne convieni?
F. Come non potrei?
S. E per decidere se un uomo è uno stupratore dobbiamo esaminare i suoi comportamenti, di certo concordi...
F. Ma si! Stai menando il can per l'aia o Socrate!
S. Non credo. Dimmi nobile amico, potremmo definire dominato dal Dio denaro chi si comportasse in maniera del tutto diversa da chi sicuramente brama denaro?
F. Non credo.
S. Neppure io lo credo. Ora ti chiedo, a tuo avviso i mafiosi mirano al denaro?
F. Che domanda! E' ovvio che mirano al denaro.
S. E gli speculatori di borsa?
F. Si
S. E i grandi finanzieri?
F. Certo che si!
S. E dimmi ora, hai mai saputo di un mafioso che si sia fatto esplodere in un ristorante urlando “Dio (o Allah, o Budda, o Cristo) è grande?
F. Non mi pare che siano mai avvenute cose simili.
S. E ti è mai giunta notizia di un finanziere che taglia la gola a dei turisti dopo avergli chiesto di recitare brani del Corano, o della Bibbia?
F. No.
S. Forse qualche speculatore di borsa ha mai sgozzato dei preti durante la messa?
F. Sembra di no.
S. E dimmi ora, ti sembra che ammazzare gente a caso, rendere difficili gli spostamenti di persone e merci, gettare interi paesi nella paura e nell'incertezza favorisca o danneggi i commerci ed i traffici?
F. Sembrerebbe che li danneggi
S. E non sono i traffici ed i commerci legati al denaro?
F. Lo sono
S. Quindi sembrerebbe che le azioni dei terroristi a tutto possano mirare meno che ad accumulare denaro.
F. Di nuovo fai il sofista o Socrate! Non è importante stabilire cosa muova il comportamento dei disgraziati che uccidono. Dietro a loro si muovono interessi potenti, i loro capi sono dominati dalla volontà di acquisire denaro e potere. Ed è questo che conta. Il resto è secondario.
S. Può esserci del vero in ciò che dici, però... mi sembra poco convincente come spiegazione.
F. Invece si tratta di una spiegazione perfettamente razionale.
S. Può essere, anche il mio amico Marx dice qualcosa di simile...
F. Lo conosco anche io. Marx dice cose assai interessanti, anche se non le condivido tutte. In particolare, a mio parere, sottovaluta l'importanza della fede e della religione, che per me sono invece fondamentali.
S. A parte questo siete vicini, mi sembra, soprattutto nell'addebitare al denaro quasi tutte le cose cattive che avvengono nel mondo.
F. E come non potremmo? Guarda all'Isis o Socrate. Non vedi che mira al denaro? Cerca di impadronirsi di pozzi di petrolio, vuole il potere, i soldi. Tutto questo non ha nulla a che vedere con la religione!
S. Sono poco convinto. Mi permetti di farti qualche domanda? Così, per cercare di avvicinarci, insieme, al vero.
F. Fai pure.
S. Di certo tu sai, nobile amico, che il partito bolscevico di Lenin si finanziò anche organizzando rapine. Lenin era interessato ai soldi, a quanto pare.
F. Certo.
S. Dimmi ora, potremmo dire che Lenin mirava ai soldi per fare la rivoluzione o cercava di fare la rivoluzione perché mirava ai soldi?
F. Sembra che la prima opzione sia quella valida.
S. Lo sembra anche a me. E dimmi ora, Bin Laden era un ultra milionario. Rese forte Al Qaeda per far soldi o si servì dei suoi soldi per rendere forte Al Qaeda?
F. Sembra che usò i suoi soldi per render forte Al Qaeda.
S. Anche a me lo sembra. E dimmi ora, esistono molte associazioni caritative cattoliche vero?
F. Certo che esistono, e questo dimostra la grande importanza della religione nell'indirizzare le azioni degli uomini.
S. Sante parole le tue. Però, dimmi, queste associazioni caritative cercano di accumulare denaro vero?
F. E' ovvio.
S. Infatti. E, accumulano denaro per fare la carità o fanno la carità per accumulare denaro?
F. Che razza di domande fai, o Socrate! E' evidente che accumulano denaro per poter fare la carità e non viceversa, se di buone associazioni caritative si tratta.
S. Concordo. Potremmo allora concludere dicendo che il denaro è per molti un fine, ma per molti altri un semplice mezzo, e c'è chi mira al denaro per se stesso ed invece chi vuole il denaro per raggiungere altri fini, buoni o cattivi che siano?
F. Forse possiamo
S. Quindi, possiamo dire che l'Isis non fa la guerra santa perché vuole petrolio e denaro, ma vuole denaro e petrolio per finanziare la guerra santa?
F. No, non possiamo dirlo. Io sono convinto che nulla distingua l'Isis da una normale organizzazione criminale e che il vero fine del califfato sia il denaro, fine a se stesso.
S. Ma parlando di Al Qaeda e di Bin Laden avevi detto cose diverse, mi pare.
F. Tu me le hai messe in bocca, coi tuoi vani sofismi o Socrate! Per me è chiaro che il califfato non ha nulla a che vedere con la religione, meglio, ha a che vedere solo con l'orrenda religione del Dio denaro!
S. Non mi pare di averti messo in bocca proprio niente, amico mio. Però, voglio scendere sul tuo terreno, e ti chiedo: quando affermi che l'Isis è una organizzazione criminale che mira al denaro, ti riferisci ai suoi capi o ai suoi militanti?
F. Ai suoi capi, ovviamente. I militanti sono dei poveracci ingannati, credono di lottare per la fede e lottano invece per arricchire un pugno di furfanti.
S. Gente da compatire insomma, anche se sgozza e massacra...
F. Non mi fare arrabbiare o Socrate...
S. Dio me ne guardi! Dimmi però, nobile amico: ammesso che il capo dell'Isis, Al Bagdadi, miri solo o principalmente ai soldi, cosa succederebbe se i suoi militanti scoprissero questo segreto?
F. Non ti seguo...
S. Poniamo che Al Bagdadi abbia conti milionari in Svizzera, sia un uomo dissoluto, beva super alcolici, mangi carne di maiale, si accompagni con meretrici e sia amico di banchieri ebrei. Cosa succederebbe se i militanti dell'Isis lo venissero a sapere?
F. Probabilmente Al Bagdadi farebbe una brutta fine.
S. Certo, e probabilmente sarebbe sostituito da un altro che non avesse simili “difetti”, concordi?
F. Come potrei non concordare?
S. Ma... questo non dimostra che in realtà la vera causa della guerra che l'Isis conduce è la religione?
F. E perché mai?
S. Mi pare semplice. Forse i caporioni dell'Isis hanno inconfessabili fini nascosti, ma decine, centinaia di migliaia di persone neppure li conoscono questi fini. Uccidono e si uccidono per conquistare il paradiso, per eliminare gli infedeli dalla faccia della terra e far trionfare ovunque l'Islam. Sono queste le idee ed i valori, o i disvalori, che muovono i seguaci di Al Bagdadi. Se tantissime persone non condividessero queste idee e questi valori, o disvalori, se non considerassero loro interesse profondo la vittoria dell'Islam Al Bagdadi sarebbe solo un “normale” criminale non diverso da un Totò Riina. Un uomo pericoloso certo, ma non un caso mondiale, che condiziona la politica di tutti o quasi gli stati del pianeta.
F. Mi sembra un discorso aggrovigliato il tuo.
S. A me sembra invece assai chiaro. Togli il fanatismo religioso, riduci tutto ad inconfessabile bramosia dei caporioni e non hai più manifestazioni oceaniche di musulmani “offesi” per una vignetta o una considerazione teologica di papa Benedetto. Non hai uomini bomba disposti a morire pur di uccidere né fanatici che sparano sulla folla o che massacrano donne in cinta a copi di macete. Restano casi di comune criminalità contrastabili con normali misure di polizia. Tutto questo prescindendo dal fatto che è da dimostrare che i caporioni siano davvero interessati solo al denaro. In fondo molti di questi sono morti combattendo. Bin Laden avrebbe potuto fare la bella vita, nessuno glielo impediva.
S. I tuoi discorsi mi fanno girare la testa. Continui sofismi, concetti che si muovono all'impazzata. Vado in Chiesa a pregare la madonna...
S. Nobile amico, non sai quanto mi spiaccia provocare giramenti alla tua testa possente!
F. Non mi prendere in giro Socrate!
S. Nulla è tanto lontano dalle mie intenzioni quanto prendermi gioco di te o eccellente Franco! Lo sai come sono fatto, amo cercare di andare al fondo delle cose, vorrei cogliere la verità, ma questa è tanto difficile da agguantare! Mi piacerebbe però almeno avvicinarla. Scambia ancora qualche idea con me, ti prego, forse, insieme, riusciremo a fare qualche passo avanti.
F. E sia, pregherò più tardi, e con maggiore intensità. Cosa hai altro da dirmi?
S. Vedi, amico carissimo, mi sembra che nelle tue parole sia nascosta una implicita svalutazione della fede.
F. E perché mai? Nulla è tanto lontano dal mio pensiero quanto svalutare la fede.
S. Tu affermi che guerre e conflitti nascono da fattori economici o sbaglio?
F. Non sbagli.
S. Ed anche il terrorismo nasce da quelli, mi pare che tu sostenga, sbaglio?
F. No, non sbagli.
S. E le guerre civili?
F. Anche quelle nascono da fattori economici.
S. Sempre e solo da quelli?
F. In maniera assolutamente prevalente nascono da contrasti di interessi economici.
S. Quindi ogni tipo di conflitto ha ragioni economiche, o almeno, sono quelle le ragioni determinanti, decisive.
F. Si.
S. Guerre fra stati e guerre civili, terrorismo, conflitti di vario tipo sono eventi importanti nella storia?
F. Certo che lo sono.
S. Possiamo dire che si tratta di eventi della massima importanza?
F. Possiamo.
S. Dimmi ora caro Franco, se le guerre hanno cause quasi esclusivamente economiche, i trattati di pace che ad esse pongono fine avranno o non avranno una fondamentale dimensione economica?
F. La avranno.
S. E gli accordi fra stati, le alleanze, le intese?
F. Anche loro saranno in larga misura determinati dall'economia.
S. E gli accordi che mettono fine alle guerre civili?
F. Anche loro.
S. E le politiche atte a contenere il terrorismo?
F. Anche per loro vale lo stesso discorso.
S. E le politiche tese ad impedire che i contrasti di interesse degenerino in guerre civili, le riforme, la politica in generale, tutto questo sarà in larghissima misura determinato dall'economia, tu affermi questo?
F. Lo affermo.
S. Ma, se tutto questo è vero che posto resta, ottimo amico, per la fede? A me sembra che ne resti poco o nulla.
F. Ma che dici! Resta moltissimo posto.
S. Non mi pare. Guerra e pace, concordia o discordia fra gli stati e negli stati, trattati, accordi, riforme, politica quotidiana, tutto si risolve nella economia e tu pretendi che la fede abbia ancora un ruolo? Se è vero ciò che dici ha ragione il nostro comune amico Marx che non a caso definisce mera “sovrastruttura” la religione, la degrada ad inganno dei potenti per ingannare il popolo.
F. Ma no! Tu confondi le acque!
S. Ma sei stato  tu a dire che che dietro a tutto sta il “Dio denaro”. Scusa, questo vuol dire che la religione  non determina nessun comportamento umano, offre solo coperture a comportamenti che hanno ben altre cause.
F. Di nuovo mi gira la testa, tu confondi tutto.
S. Non mi pare. Dico una cosa semplicissima. Non si può fare dell'economia, del “Dio denaro” la causa fondamentale di tutto e pretendere poi che la religione conservi un ruolo nel determinare le azioni umane. Se le tue analisi sono veritiere pregare è inutile, ottimo amico!
F. Basta o Socrate! I tuoi discorsi sono diabolici! Ti lascio, vado in Chiesa a cercare divina ispirazione!
S. Cerca ispirazione anche per me, amico mio. Io sono solo un uomo che brancola nell'ignoranza.
F. Addio o Socrate!
S. Arrivederci ottimo amico.