venerdì 29 settembre 2017

SOCRATE E LO IUS SOLI.


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Pentiloni. Salve o Socrate, è un vero piacere incontrarti.
Socrate. Buona giornata caro Pentiloni. Il piacere è tutto mio. Ma... qualcosa non va? Ti vedo scuro in volto.
P. Si o Socrate. Sono davvero indignato per il comportamento di Al Pano. Pensa, quell'ingrato, dopo che gli abbiamo regalato una sontuosa poltrona da ministro, ci ripaga rifiutandosi di votare una legge giusta e massimamente civile come quella dello ius soli.
S. In effetti Al Pano sembra interessato solo a non perdere troppi voti, forse teme che nella prossima legislatura non potrà più essere ministro. Però... in fondo siete stati voi a volerlo come alleato...
P. Necessità politiche caro Socrate. In ogni caso, mi fa molto piacere che sullo ius soli tu sia d'accordo con me.
S. Veramente io non ho detto di essere d'accordo sullo ius soli...
P. Non dirmi, o Socrate, che sei contrario! Lo ius soli è una legge di civiltà!
S: Legge di civiltà dici?
P. Lo dico e lo affermo con forza!
S. Quindi chi è contro lo ius soli è incivile?
P. Non so, ma di certo chi si oppone ad un provvedimento civile molto civile non è.
S. Capisco
P. E mi sembra anche piuttosto razzista.
S. Fammi capire nobile amico. Tu dici che quella sullo ius soli è una legge di civiltà...
P Ma si!
S. E chi vuole che sia mantenuta la attuale legge è incivile e razzista?
P. Certo, è così.
S. Allora tu sostieni che da circa 70 anni il nostro paese è incivile e razzista...
P. Perché?
S. Beh... se la attuale legge sulla cittadinanza è razzista ed incivile mi pare incivile e razzista il paese che la adotta, non trovi?
P. Hai ragione, così stanno le cose.
S. Però, il paese è stato governato dalle sinistre, per molti anni; come mai non hanno abolito una legge incivile e razzista?
P. Anche noi commettiamo errori a volte.
S. Certo, chi non ne commette? Però, dimmi, come mai la corte costituzionale non ha mai abolito la attuale legge sulla cittadinanza? Ti sembra logico che una legge razzista ed incivile non sia dichiarata in contrasto con la costituzione più bella del mondo?
P. Socrate, possibile che quando si parla con te si debbano sempre subire i tuoi giri di parole ed i tuoi sofismi? Avremo sbagliato noi, avrà sbagliato la corte, poco importa. L'importante ora è che la legge sullo ius soli sia approvata. Ce lo impone la civiltà.
S. Va bene. Però, dimmi, perché giudichi tanto importante per la civiltà lo ius soli?
P. E me lo chiedi? Dimmi o Socrate, ti sembra giusto che i compagni di scuola dei nostri figli, i loro compagni di banco e di giochi siano privi di un diritto tanto fondamentale come la cittadinanza? Non ti sembra che una cosa simile sia una intollerabile ingiustizia?
S. Non so... dimmi o Pentiloni, la legge sullo ius soli concede la cittadinanza a chi è nato in Italia da genitori stranieri, se almeno uno dei genitori si trova nel nostro paese da almeno cinque anni, sbaglio?
P. Non sbagli.
S. Allora, in base al tuo ragionamento si potrebbe dire: “vi sembra giusto che non sia considerato cittadino italiano un bambino che è compagno di banco di vostro figlio e gioca con lui, ma i cui genitori stranieri non risiedono in Italia da cinque anni?”
P. Ma che razza di sofismi ti inventi o Socrate!
S. Nessun sofisma ottimo amico. Se è valido l'argomento del compagno di banco e di giochi si dovrebbe concedere la cittadinanza ad ogni bambino che frequenti una scuola o un campo di calcio, o un centro ricreativo, indipendentemente dalla permanenza in Italia dei genitori...
P. Forse un giorno ci arriveremo, intanto cominciamo a far questo passo avanti che cancella una mostruosa ingiustizia!
S. Se ci volete arrivare dovreste dirlo, a meno che non siate bloccati dal timore di perdere voti, come Al Pano. Ma, perché continui a parlare di mostruosa ingiustizia?
P. Ma è tanto semplice! Privare della cittadinanza innocenti bambini ti sembra bello?
S. Scusa, ma oggi un bambino che non abbia la cittadinanza italiana è discriminato a scuola?
P. No
S. Se viene portato al pronto soccorso lo si respinge?
P. No
S. Sapresti dirmi quale è il principale diritto che si acquisisce con la cittadinanza?
P. Il diritto di voto.
S. Ed un simile diritto interessa forse i bambini? A me sembra che si possa votare solo quando si raggiunge la maggiore età. I bambini non c'entrano un bel nulla, direi.
P. O Socrate, le tue mi sembrano vane sofisticherie. Certo, il diritto di voto non interessa i bambini, ma ponendo in questi termini il problema tu ignori la cosa principale, il vero, grandissimo pregio della legge sullo ius soli.
S. Veramente sei stato tu, amico mio, a tirar fiori i bambini, ma la cosa forse non è rilevante. Per questo ti chiedo di spiegarmi, se lo vuoi, in che consiste questa grande importanza e questo altissimo pregio della legge sullo ius soli. Sono davvero ansioso di scoprirlo.
P. Con lo ius soli si agevola l'integrazione dei tanti migranti che generosamente accogliamo nella nostra società. Grazie allo ius soli l'integrazione diventa più facile, quindi aumenta la sicurezza e si diffondono ovunque modi più civili di umana convivenza.
S. Bellissime parole le tue, ma, scusami, lasciano in me qualche perplessità.
P. Sempre con queste perplessità. Cosa non ti convince in ciò che ho detto?
S. Dimmi o Pentiloni, a tuo parere si conosce la medicina perché si ha una laurea in medicina o si ha una laurea in medicina perché si conosce la medicina?
P. Che razza di discorsi astrusi e del tutto fuori argomento!
S. Se sono fuori argomento lo vedremo fra breve. Permettimi un'altra domanda: si è ingegneri perché si sanno fare i calcoli ingegneristici o si sanno fare ingegneristici calcoli perché si è ingegneri?
P. Che domande! Direi che si ha una laurea in medicina perché si conosce la medicina, e si è ingegneri perché si sanno fare i calcoli che competono agli ingegneri.
S. Anche io la penso così. Ed è così anche in altre cose, mi pare. Ad esempio, si ha il brevetto di pilota perché si sa guidare un aereo, non si sa guidare un aereo perché si ha il brevetto di pilota.
P. Certo! Ma cosa c'entrano questi discorsi?
S. Dimmi, a tuo parere si è integrati perché si ha la cittadinanza o si ha la cittadinanza perché si è integrati?
P. Astruserie! Sofismi!
S. Non direi. La scelta è molto semplice: bisogna dare la cittadinanza a chi è davvero integrato nella nostra società o bisogna considerare integrato colui a cui è stata data la cittadinanza?
P. Di nuovo fai il sofista o Socrate. Tu dimentichi che dando la cittadinanza si agevola la gente ad integrarsi.
S. Strano discorso mi pare il tuo. Tu forse daresti una laurea in medicina a chi nulla sa del corpo umano, per agevolare i suoi studi in anatomia?
P. Direi di no.
S. E voleresti su un aereo pilotato da una persona a cui è stato dato il brevetto di pilota per “agevolare” i suoi studi?
P. Avrei dei problemi a farlo, lo ammetto...
S. Però sei pronto a dare la cittadinanza italiana a persone niente affatto integrate nella nostra società solo per “agevolare” la loro integrazione.
P. Ma sono cose diverse! Con pericoli ben diversi per la gente!
S. Questo è da vedere. Tanti terroristi in Francia, Inghilterra e Belgio erano a tutti gli effetti cittadini inglesi, francesi e belgi, a cui era stata concessa la cittadinanza, chissà, forse per “agevolare” la loro integrazione...
P. Stai facendo volgare propaganda o Socrate, non è da te.
S. Sto solo cercando di analizzare razionalmente fatti.
P. No, stai esagerando. Confronti la cittadinanza con lauree e brevetti, come se di cose simili si trattasse.
S. Non dico che la cittadinanza sia come una laurea, dico che, come una laurea o qualsiasi altra attestazione, deve essere la fase finale di un processo, non quella iniziale.
P. Ma pretendi troppo dalla cittadinanza. Parli di lunghi processi, vorresti che chi diventa cittadino italiano fosse italiano al cento per cento, ma in questo modo confondi cose diverse: il concetto di cittadinanza con quello di nazionalità.
S. Ottimo amico, sono d'accordo con te nel ritenere che i concetti di cittadinanza e di nazionalità siano diversi. Il primo è un concetto giuridico, il secondo culturale.
P. Finalmente rinsavisci o Socrate.
S. Se tu contribuisci a farmi avvicinare al vero te ne sono molto grato caro Pentiloni. Però, vedi, a me sembra che i due concetti, anche se diversi siano strettamente collegati.
P. In che modo?
S. Acquistando la cittadinanza si acquisiscono tutti i dritti e tutti i doveri dei cittadini italiani vero?
P. Certo!
S. E si contribuisce con il voto alla formazione delle leggi cui gli italiani sono sottoposti, vero?
P. Ma si!
S. Chi ha la cittadinanza italiana si può definire italiano a tutti gli effetti?
P. E come no?
S: Ma dimmi, che caratteristiche deve avere un essere umano per esser considerato cittadino italiano?
P. Di nuovo strane domande.
S. Potremmo considerare italiano chi non sa dire neppure una parola nella nostra lingua?
P. Ne dubito.
S. O chi non si riconosce in alcuna delle nostre tradizioni, non è interessato alla nostra cultura, non condivide i valori su cui si fonda la nostra civile convivenza?
P. Non sembra...
S. O chi non ha alcun interesse per il nostro territorio e nel caso malaugurato che venissimo aggrediti si rifiutasse di difendere quella cosa che si chiama Italia? Lo potremmo definire italiano costui?
P. Ma non lo so! Che razza di discorsi fai o Socrate!
S. Sto solo cercando di dire che per avere la cittadinanza occorrono dei presupposti e molti di questi sono riconducibili al concetto di nazionalità. Ecco perché considero diversi ma collegati i due concetti. Si può essere cittadini italiani se in qualche modo, almeno in parte, si è culturalmente italiani. Non mi sembra ci sia nulla di astruso in questo.
P. Forse, ma tu come sempre esageri. Io pretendo molto meno. Mi basta che sia assicurata l'obbedienza alle leggi.
S. Quindi per te se una persona obbedisce alle eleggi italiane può essere considerata italiana?
P. Direi di si. E aggiungo che se esaminiamo le cose da questo punto di vista emerge un altro vantaggio dello ius soli: approvando questa legge sarà più facile obbligare, o spingere, i migranti ad obbedire alle leggi. E ci guadagneranno la sicurezza, l'ordine e la civile convivenza.
S. Sono perplesso.
P. Lo sei sempre!
S. Dimmi nobile amico. Se un cittadino giapponese di passaggio in Italia commette un omicidio viene processato in Italia?
P. Ovviamente si.
S. E prima di processarlo gli si deve concedere la cittadinanza italiana?
P. Assolutamente no.
S. Questo perché tutti coloro che sono in Italia, cittadini o meno che siano, sono tenuti a rispettare le leggi italiane?
P. Si, è per questo.
S. Ma se questo è vero, e tu lo ammetti, come puoi dire che si concede la cittadinanza per costringere, o spingere, i migranti ad osservare le leggi? Le leggi devono essere comunque osservate, da tutti.
P. Mi fai venire il mal di testa...
S. E aggiungo che non è una buona tattica dare qualche regalo in cambio della osservanza delle leggi. Tu osservi la legge e io ti regalo la cittadinanza, ti sembra che un simile modo di agire aumenti il rispetto per la legge?
P. Così, a naso non mi sembra, ma...il mio mal di testa sta aumentando.
S. A me pare che sia un po' come ritenere che favorisca l'integrazione concedere la cittadinanza a chi non è integrato. Sei d'accordo?
P. Non so. Oh che forte emicrania!
S. Mi spiace per il tuo mal di testa, amico mio, non era e non è di certo mia intenzione procurartelo. Come sai il mio solo desiderio è avvicinarmi al vero. Posso chiederti ancora una cosa, se la tua emicrania me lo consente?
P. Prova
S. Concedere a qualcuno la cittadinanza per spingerlo ad osservare la legge non rischia di trasformare la legge in oggetto di scambio?
P. Cioè?
S. Io ti concedo la cittadinanza e tu in cambio osservi la legge. Non ti pare che in questo modo la legge smetta di essere ciò che regola in maniera uguale per tutti le relazioni fra gli esseri umani per diventare oggetto di contrattazione, qualcosa cui si obbedisce solo se si ha una contropartita giudicata sufficiente.?
P. Detta come la dici tu potrebbe anche essere così.
S. E ti sembra che questo favorisca l'ordine, la sicurezza e la civile convivenza?
P. Basta o Socrate, i tuoi sofismi mi sono diventati insopportabili e la testa sta per scoppiarmi. Ti saluto.
S. Spero che in breve tempo la tua testa possente possa ricominciare a funzionare a pieno regime. Se vuoi possiamo riprendere domani la discussione.
P: Assolutamente no o Socrate. Addio!
S. Arrivederci nobile amico.

mercoledì 13 settembre 2017

EMANUELE FIANO E LA CENSURA DELLE IDEE.


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Non si devono tollerare gli intolleranti
, non si può permettere che qualcuno usi la democrazia per distruggerla.
In base a queste considerazioni, del tutto condivisibili, la legge sulla punizione della apologia del fascismo proposta dall'onorevole Fiano può risultare accettabile.
Bisogna però porsi una domanda: in che modo occorre non tollerare gli intolleranti? Intuitivamente, ci si può rapportare agli intolleranti in tre modi.
1) Punire le loro azioni.
2) Vietare che esprimano le proprie idee.
3) Inibire loro qualsiasi forma di attività politica.

Il punto UNO può apparire scontato, ma merita due parole di approfondimento. Nei paesi democratici esistono, o possono esistere, forze politiche che, pur predicando cose aberranti, partecipano alla competizione elettorale. In una democrazia queste forze sono tollerate, ma ad una fondamentale condizione: nel caso giungano a governare non possono legalmente mettere in atto, in tutto o in parte, il loro programma.
Un partito legato ad ideologie totalitarie può presentarsi alle elezioni, teoricamente le può anche vincere, ma non può, fino a che la democrazia esiste, attuare le sue concezioni ed i suoi programmi. Questa è la fondamentale caratteristica che differenzia i normali partiti democratici dai partiti estremisti, di destra o di sinistra. Un partito liberale, o popolare, o socialdemocratico può governare ed attuare il programma che ha presentato agli elettori, un partito comunista o fascista no.
Per farlo deve scardinare la struttura istituzionale esistente e se non ne è in grado deve rinunciare ad attuare i suoi programmi, o una loro parte essenziale.
A mio parere questa situazione particolare in cui vengono collocate in democrazia le forze politiche non democratiche è più che sufficiente, in periodi normali, per tenerle a bada. “Dite pure ciò che vi pare, ma sappiate che se cercherete nei fatti di distruggere la democrazia e le fondamentali libertà civili noi ve lo impediremo, anche con la forza, se occorre”. Questo è il modo con cui i democratici ed i liberali si rapportano a chi democratico e liberale non è. Ed è un buon modo di non tollerare gli intolleranti.
Certo, esistono delle eccezioni. Non credo che in Gran Bretagna nel 1940 si potesse tollerare l'esistenza di un partito filo nazista o la propaganda di idee nazi fasciste. Ma, appunto di eccezioni deve trattarsi. Una cosa sono le leggi che valgono in periodi normali, altra quelle che si è obbligati a far valere in periodi che normali non sono. Se si tiene conto di questo una conclusione appare scontata: nel periodo che stiamo vivendo il fascismo non rappresenta un serio pericolo per le istituzioni democratiche. La situazione attuale non è normale, è vero, ma non a causa di un inesistente pericolo fascista. Semmai ci si dovrebbe chiedere se sia giusto, in una fase come l'attuale, continuare a tollerare la propaganda fondamentalista islamica. Sono mille volte più pericolose le moschee politicizzate che non i circoli di “forza nuova”. Però da questo orecchio persone come l'onorevole Fiano sembrano non sentirci.

Qualcuno potrebbe chiedersi: perché reprimere solo le azioni? Non è meglio reprimere le idee? Elimina le idee cattive ed avrai eliminato le cattive azioni.
No, non è per niente giusto un simile discorso. Non lo è perché la repressione delle idee è comunque una limitazione gravissima di quel fondamentale valore che è la libertà di pensiero. A volte può essere inevitabile limitare un simile valore, ma far diventare regola quella che deve restare una limitata eccezione distrugge in prospettiva uno dei cardini della nostra civiltà. Tutti i diritti sono limitati, e nella pratica ogni valore trova limiti alla sua attuazione. Il rispetto per la vita umana è un valore fondamentale, ed è fondamentale il diritto alla vita che ognuno di noi ha. Ma in guerra questo valore e questo diritto devono subire limitazioni gravi. Però, una cosa è ammettere che lo stato possa obbligare i cittadini a rischiare la vita in guerra, cosa del tutto diversa autorizzare i membri della polizia a fucilare senza processo il primo che passa. Non credo occorra dilungarsi oltre su cose tanto intuitive.
E poi, quali idee si dovrebbero punire? La citazione di un testo di Carl Schmitt rappresenta una “apologia del nazismo"? Se qualcuno si dice d'accordo con Nietzsche quando questi afferma: “se devi incontrare una donna prendi la frusta” compie apologia del fascismo? Il nazismo non è affatto un fungo velenoso nato dall'oggi al domani, privo di presupposti culturali. Nel suo mirabile libro “Le origini culturali del terzo Reich” George L. Mosse, filosofo e storico delle idee tedesco di origini ebraiche, dimostra che la ideologia malata del nazismo ha radici profonde nella cultura europea. I suoi antecedenti vanno cercati nell'irrazionalismo che si espande sul finire del diciannovesimo secolo nel continente e soprattutto in Germania. Ora, esprimere idee irrazionaliste, condividere la critica alla scienza ed all'industrialismo che caratterizzò molti movimenti culturali europei rischia di fare etichettare qualcuno come “neonazista”?
Il discorso è ancora più chiaro se si passa all'analisi del comunismo. Poniamo che un governo di destra proibisca la “apologia del comunismo”. Cosa dovrebbe proibire un simile provvedimento? Si potrebbero continuare a leggere le opere di Lenin? E quelle di Marx? A rigore queste andrebbero proibite. Ma, visto che molte radici del pensiero marxiano risalgono ad Hegel, anche il vecchio Wilhelm andrebbe proibito, e così via...

Conosco una possibile obiezione. Questi sono grandi intellettuali, nulla a che vedere con l'apologia! Ma è una sciocchezza.
Proprio perché si tratta di grandi intellettuali li si dovrebbe considerare, nell'ottica dei censori, più pericolosi! Quattro scemi che fanno il saluto romano o agitano il pugno chiuso sono una cosa. Le pagine di grandi intellettuali che formano le menti delle persone capaci di pensare un'altra, molto più importante e, per gli amici della censura, pericolosa. Censurare gli slogan ma non i ragionamenti, le idiozie ma non le considerazioni profonde è una colossale baggianata. Se ci si mette sul piano della censura si imbocca una strada da cui non si può tornare indietro. Non basta reprimere qualche ragazzotto poco intelligente, bisogna tagliare la lingua alle persone intelligenti, e non a poche, a molte, moltissime. Questo ci insegna la storia, a partire da quella del nazismo.
E poi, chi è davvero fascista? Chi decide se una certa frase, un certo pensiero sia “nazista” o solo conservatore, “fascista” o semplicemente nazionalista? Chi, sull'altro versante, stabilisce se una certa teoria sia “comunista” o solo socialdemocratica? Lo sanno tutti. Per i comunisti chi non è d'accordo con loro è sempre un “bieco fascista”. Chi si oppone alla immigrazione senza limiti è “razzista”, “sciovinista” e, naturalmente “fascista”. Salvini è fascista, la Meloni pure. Berlusconi è stato paragonato ad Hitler, Trump idem. Sull'altro versante ci sono stati anticomunisti per i quali un mite socialdemocratico era un pericoloso bolscevico. Si puniscano le idee e si innesca un processo pericolosissimo: chiunque potrà cercare di far fuori i nemici politici appiccicandogli etichette indesiderate.

Nelle righe precedenti ho scritto una grossa inesattezza, me ne rendo conto. Ho parlato, accanto al fascismo ed al nazismo, del comunismo. E sul comunismo, ovviamente, la legge proposta dall'onorevole Fiano non dice assolutamente nulla.
Ma proprio questo la rende, oltre che stupida ed illiberale, anche profondamente ipocrita.
Non è mia intenzione fare approfondite considerazioni di filosofia politica sul fascismo, il nazismo ed il comunismo. Le differenze fra queste ideologie sono numerose quanto le loro affinità. Una cosa però è certa: l'esperienza storica concreta di tutte ha lasciato in eredità al genere umano una serie enorme di lutti.
Secondo lo storico sovietico Roy Medved, di certo non un “anticomunista viscerale”, le vittime dirette ed indirette dello stalinismo sono almeno 22 milioni. Se si guarda alla Cina di Mao questo numero va moltiplicato per tre, forse addirittura per quattro. Il regime di Pol Pot dal canto suo ha provocato la morte di un buon quarto della popolazione cambogiana. Si tratta di cifre mostruose, sicuramente superiori a quelle addebitabili al nazismo, anche se occorre tener conto, ai fini di una valutazione seria, della breve durata di quest'ultimo. Per onestà occorre riconoscere che il bilancio storico del fascismo italiano è sicuramente molto meno tragico. E per quanto numerose possano essere le differenze fra comunismo, nazismo e fascismo di certo tutte queste ideologie sono lontane anni luce dai valori della democrazia occidentale.
Quindi, se la proibizione della apologia del fascismo e del nazismo è fatta per tutelare la democrazia, perché non punire in maniera altrettanto severa la apologia del comunismo? Quanto meno del comunismo reale, quello che si è concretamente attuato nella storia? Perché agitare un ritratto del duce dovrebbe essere punito mentre dovrebbe essere perfettamente legittimo agitarne uno di Stalin, Mao o Pol Pot?

In realtà la legge Fiano non ha nulla a che fare con la difesa della democrazia contro un inesistente pericolo fascista. E' invece un meschino tentativo di creare difficoltà ai rivali politici del PD e di recuperare qualche voto a sinistra.
Grazie a questa legge (se sarà approvata in maniera definitiva) si potrà cercare di tacitare le critiche sempre più aspre che piovono sul PD specie sul tema della immigrazione agitando lo spauracchio del “fascismo” da punire. Non si rendono conto, le persone come Fiano, che sono proprio simili provvedimenti ed un simile modo di agire che possono far diventare reale il pericolo fascista, oggi solo fantomatico. Si criminalizzi una vasta area politica critica nei confronti del PD, ma di certo lontana dal fascismo e si otterrà il solo risultato di far crescere a destra forme estremizzate di protesta. Può avvenire col “fascismo” qualcosa d molto simile a quanto può avvenire col “razzismo”. Difendere una immigrazione senza limiti, chiudere gli occhi sui problemi gravissimi che questa crea, negare ogni legame fra immigrazione degrado e terrorismo, tutto questo è destinato in prospettiva, ad alimentare forme nuove di razzismo.
Dare del “fascista” a tutti coloro che a questa politica si oppongono rischia di dar fiato precisamente a chi si vuole combattere.
Ma l'onorevole Fiano queste cose non le capirà mai.