Per
le teorie del complotto tutti o quasi gli avvenimenti importanti sono
la risultante di manovre oscure, complotti appunto. Non bisogna prestar
fede alle apparenze, le cose sono diverse da come appaiono. In
superficie tutto sembra chiaro ma sotto la superficie operano forze
potenti e misteriose che tirano le fila di tutto ciò che avviene. Il
terrorismo di matrice islamica compie orribili attentati? E’ vero, ma
..chi manovra
davvero gli uomini bomba? Un incidente
mette fuori uso la distribuzione di energia elettrica in tutta Italia?
Chi lo avrà causato? E’ crollato il muro di Berlino? Certo, ma, siamo
sicuri che la C.I.A. non c’entri? Il caso non esiste, non esistono
coincidenze, errori, fatti imprevisti. Non può esistere una spontanea
esplosione di rabbia popolare, non esistono autonomi fattori di crisi
economica e sociale. Non esistono ideologie nichiliste capaci di
conquistare cuori e cervelli di milioni di esseri umani, non esiste il
fanatismo. Esistono solo sinistri e onnipotenti personaggi che
dall’ombra dirigono tutto, tutto programmano. Gli ingenui possono
credere ad esempio che la diffusione del fanatismo islamista sia oggi un
problema drammatico. Gli iniziati sorridono di questa santa ingenuità:
loro sanno che i servizi segreti, la CIA, il Mossad e, naturalmente, il
governo degli Stati Uniti d’America controllano tutto, comprese le
azioni dei loro apparenti nemici. Il teorico del complotto non è
ingenuo, non si fida di ciò che appare.
Enti concreti come
la CIA, il governo americano o la massoneria diventano qualcosa di
profondamente misterioso nelle mani dei teorici del complotto. La CIA
esiste e sicuramente organizza, ed ha organizzato, dei complotti. E’
parte del suo mestiere farlo, è parte del mestiere di tutti i servizi
segreti del mondo. Ma una CIA capace di determinare il crollo del
comunismo o la diffusione a livello planetario del fanatismo islamico
non è più una organizzazione spionistica, è una organizzazione
onnipotente, una sorta di incarnazione di Satana, un ente astratto,
metafisico. Molti però non colgono l’assurdità di una organizzazione
segreta capace di provocare eventi pubblici di enorme rilevanza. La CIA
ed il governo degli Stati Uniti esistono, sono potenti, quindi possono
fare tutto. Se hanno aiutato in passato dei generali golpisti perché non
possono compiere in prima persona dei colpi di stato? E se possono
compire dei colpi di stato perché non possono sobillare le masse,
determinare il crollo di un regime? E naturalmente chi sobilla e
fabbrica complotti sono sempre gli
altri, i nemici
politici. Solo il Mossad trama complotti, non esistono organizzazioni
terroriste islamiche, solo la CIA sobilla le masse, gli agitprop
comunisti non sono mai esistiti. I fatti danno ragione a tanta
parzialità in fondo: il comunismo è crollato, questo “prova” che la CIA
complottava. La decadente società borghese non è stata travolta da
alcuna rivoluzione, questo “prova” che nessun complotto comunista è mai
stato messo in atto per distruggerla. Il teorico del complotto ha sempre
ragione.
I teorici del complotto usano spesso e
volentieri un vecchissimo argomento. Per scoprire chi è il colpevole di
un certo evento occorre rispondere alla domanda: “a chi giova?”. Se
l’evento X giova ad Y di certo Y è il responsabile di X. Chiaro no? Se
mia moglie muore e mi lascia un po’ di soldi in eredità di sicuro io
sono il suo assassino. Il teorico del complotto non ha mai dubbi, non va
troppo per il sottile. Trovarselo come giudice in un processo sarebbe
una autentica sventura. Ma evitiamo le facezie ed evitiamo anche di
soffermarci troppo sul balzano modo di pensare secondo cui ogni volta
che accade un evento importante ci si deve chiedere chi ne sia il
colpevole. Il più delle volte il colpevole non esiste o non è
importante stabilire chi sia. Che di tutto ciò che accade debbano
esistere dei
colpevoli, non eventuali responsabilità
politiche, ma dei colpevoli, come esistono i colpevoli di un omicidio, è già
un modo di pensare tipico dei teorici del complotto.
Torniamo
all’argomento del “a chi giova”. A prima vista sembra che l’affermazione
secondo cui “se X giova ad Y è stato Y a provocare X” sembra
ragionevole, in realtà non lo è affatto.
Innanzitutto il fatto che
X giovi ad Y non prova affatto che Y sia il responsabile di X. Se un mio
lontano parente muore e mi lascia un’eredità milionaria ciò non prova
minimamente che io sia il suo assassino. Il movente è solo un indizio,
uno fra i tanti, che possono portare alla scoperta del colpevole di un
delitto, da solo non prova niente. Per i teorici del complotto invece un
(eventuale) movente non solo prova che la tal persona o il tal partito,
o il tale stato sono responsabili di un delitto,
prova la stessa esistenza del delitto. Il
lontano parente che mi lascia l’eredità può essere morto di cancro o di
vecchiaia, questo ha poco valore per i teorici del complotto: io ho
avuto un vantaggio dalla sua morte, “quindi” è stato un omicidio a
provocarla,
quindi io sono l’omicida.
Inoltre,
come si può stabilire che X giova ad Y e non magari a Z o a N? Per i
complottisti gli attentati dell’11 Settembre 2001 hanno giovato al
governo degli Stati Uniti d’America, quindi i responsabili di quegli
eventi sono il presidente degli USA, l’onnipresente CIA e magari lo
stato di Israele. Perché gli attentati avrebbero favorito gli USA?
Perché hanno offerto loro il pretesto per aggredire indifesi paesi
islamici al fine di rapinar loro il petrolio ovviamente; e se in uno dei
paesi “aggrediti”, ad esempio in Afghanistan, il petrolio non c’è le
cose non cambiano: il vero obiettivo del governo americano in questo
caso potrebbero essere state… le coltivazioni di papavero! E’ sempre
possibile trovare qualcosa che interessi a qualcuno.
I
teorici del complotto ragionano spesso in questo modo: osservano
l’evento X e gli eventi Y, Z, N che lo seguono, stabiliscono chi sono i
beneficiari di Y, Z ed N e “scoprono” in questi beneficiari i colpevoli
dell’evento X. Proviamo a mettere alla prova questo modo di ragionare
applicandolo ad un evento importantissimo: l’invasione tedesca della
Polonia che ha dato il via alla seconda guerra mondiale.
La
seconda guerra mondiale si è conclusa con la vittoria di USA, Gran
Bretagna e URSS, sono questi i beneficiari finali dell’evento “invasione
della Polonia”. Se i teorici del complotto fossero coerenti dovrebbero
sostenere che la crisi di Danzica è stata provocata ad arte dai
vincitori del secondo conflitto mondiale! Secondo il modo di ragionare
dei teorici del complotto la fase finale di una serie di eventi getta
luce e spiega gli eventi precedenti permettendoci di scoprire gli
originali “colpevoli” di tutto. Il realtà si arriva alla fase finale
solo dopo una lunga serie di scontri dall’esito incerto, sacrifici,
errori, eventi nuovi e imprevedibili: l’assetto del mondo nel 1945 non
era previsto né programmato da nessuno nel 1939. Per i paranoici del
complotto tutto è stabilito sin dall’inizio, le cose invece sono un
tantino più complesse.
Inoltre,
quando possiamo
considerare conclusa la serie di eventi che seguono l’originario evento
X? Y, Z, N fanno parte di quella serie ma non potrebbero farne parte
anche W, R, S..? Dopo l’invasione della Polonia i nazisti hanno
conquistato quasi tutta l’Europa, fino all'inizio del 1943 erano loro i beneficiari
dell’evento X, solo dopo le cose sono cambiate. Una volta mi è capitato
di leggere che l’assassinio di Aldo Moro ha messo in crisi la prima
repubblica e che l’avvento della seconda ha portato alla vittoria di
Berlusconi. Altro non si diceva, ma, a buon intenditore… certo, tutto
chiaro, solo.. solo che la vittoria di Berlusconi è stata seguita nel
1996 dalla vittoria dell’Ulivo di Prodi. Che sia il professore ad aver
ordito il complotto che ha portato all’omicidio di Aldo Moro? Più si
accumulano gli eventi più i beneficiari dell’evento X, quindi coloro che
hanno organizzato l'originario complotto, diventano numerosi.
L’argomento del “a chi giova” ricorda la leggenda dell’inventore del
gioco degli scacchi che chiese in dono all’imperatore della Cina un
chicco di grano per il primo quadrato della scacchiera, due per il
secondo, quattro per il terzo e così via. Proseguendo nelle
moltiplicazioni il riso da regalare all’ingegnoso inventore avrebbe
coperto l’intera superficie del globo. Qualcosa di simile avviene per i
responsabili dei “complotti” che la mente feconda dei loro teorici si
diverte ad immaginare.
I complotti naturalmente esistono,
sono sempre esistiti. Chi contesta le teorie del complotto non nega
l’esistenza di complotti, pretende solo che questi vengano
provati.
Dire
che il fatto X è la risultante di un complotto e presentare una serie
di prove a dimostrazione di quanto si dice non significa affatto essere
un sostenitore delle teorie del complotto, al contrario. Le teorie del
complotto sono tali non per il fatto di affermare che i complotti
esistono ma per altre ragioni che cercheremo di esaminare.
In
primo luogo per i teorici del complotto i complotti sono qualcosa di
enormemente potente. Non esistono limiti a ciò che si può ottenere
grazie ai complotti. Crollo di regimi potenti e consolidati,
insurrezioni di massa, vittorie e sconfitte elettorali, tutto questo
sarebbe causato da complotti sapientemente organizzati. L’uomo comune
pensa che con un complotto si può far fuori un nemico politico, al
massimo tentare, con più o meno successo, un golpe. Il teorico del
complotto sorride di tanta ingenuità: lui sa che tutto si può ottenere
complottando.
Le teorie del complotto, in conseguenza della
onnipotenza che attribuiscono al fattore cospirativo, devono
ridimensionare fortemente, se non eliminare del tutto, i fattori
politici, economici, sociali e culturali che possono spiegare i perché
degli eventi. Il mondo di oggi è caratterizzato dall’attacco durissimo
che il fondamentalismo islamico ha sferrato contro l’occidente. Si
tratta di un fatto epocale che coinvolge milioni di esseri umani, il
loro modo di pensare, di vivere, di rapportarsi gli uni agli altri. Per i
teorici del complotto questo evento enorme semplicemente non esiste:
esistono solo gli interessi di pochi magnati del petrolio, del
presidente Bush e della sua famiglia e naturalmente esistono i complotti
messi in atto da questi signori per scatenare tutto il putiferio. Per
Michael Moore, regista americano capofila dell’antiamericanismo, sono
stai gli interessi
privati del presidente Bush la causa
di tutto: Bin Laden era in realtà amicone di Bush. E il
fondamentalismo? E le masse di palestinesi che hanno accolto con gioia
la caduta delle torri gemelle? Eventi secondari, forse causati da altri
complotti, comunque spiegabili come sana reazione all’”arroganza” USA.
Molti marxisti riducono tutta la storia al fattore economico; i teorici
del complotto compiono una riduzione assai più radicale: riducono lo
stesso fattore economico agli interessi privati di pochi magnati del
petrolio (o di qualcos’altro, dipende dai tempi). Per costoro se Bush o
magari Silvio Berlusconi morissero tutti i problemi del mondo sarebbero
risolti. L’estrema complessità dei fattori che muovono davvero la storia
scompare nelle teorie del complotto, l’interagire di politica,
economia, cultura, religione, psicologia di massa viene sostituito dalle
perverse ambizioni di pochi furfanti, che, guarda caso, fanno sempre
parte della parte politica che si avversa.
Con ciò non si
vuole assolutamente sostenere che i complotti siano eventi di scarsa
importanza, al contrario. Un complotto può avere una importanza enorme,
ma questo capita perché quel complotto è stato organizzato in un certo
paese, con un determinato ambiente sociale, con certe tradizioni, in un
certo momento storico ecc. Solo se il clima sociale, economico,
culturale lo favorisce un complotto può avere conseguenze profonde e
durature. La conquista del potere da parte dei bolscevichi nella Russia
del 1917 può essere considerata la conseguenza di un complotto. La
maggioranza delle “masse”, della stessa classe operaia, non seguiva i
bolscevichi, la presa del Palazzo d’Inverno coinvolse un numero
estremamente ristretto di persone, non ci fu alcuna insurrezione,
nessuna manifestazione popolare, tutto fu organizzato a tavolino da
Lenin e Trotskj. I bolscevichi però riuscirono a conservare il potere,
il complotto che li portò alla guida del più esteso paese del mondo non
solo ebbe successo ma fu gravido di conseguenze di enorme importanza.
Questo fu reso possibile dalla situazione complessiva della Russia.
Fattori determinanti furono la stanchezza e lo scontento per il
proseguire della guerra, l’apatia delle masse contadine contrarie ai
bolscevichi ma incapaci di iniziativa politica autonoma, la debolezza
della intellighenzia liberale, la mancanza in Russia di ogni tradizione
democratica, la debolezza del riformismo operaio e della borghesia
“illuminata”. Non a caso il tentativo bolscevico fallì nei paesi
avanzati dell’Europa occidentale dove esisteva una situazione del tutto
diversa.
I complotti possono avere successo ed essere gravidi di
importanti conseguenze solo se interagiscono positivamente con
l’ambiente sociale complessivo, ma è esattamente questo ad essere del
tutto sottovalutato nelle teorie del complotto. Il terrorismo islamista
vive di complotti, ma ciò che lo rende davvero pericoloso è il consenso
che riesce a raccogliere a livello di massa. Le teorie del complotto
eliminano entrambi questi fattori. I complotti dei terroristi sono in
realtà organizzati dalla CIA e dal governo americano, il consenso di
massa per il terrorismo viene declassato a evento di sfondo la cui
responsabilità ricade ancora, ci mancherebbe, sulla politica americana
(o israeliana). Le teorie del complotto non studiano i complotti veri
nelle loro interrelazioni con l’ambiente sociale, costruiscono complotti
immaginari del tutto avulsi dalla realtà sociale.
In
secondo luogo le teorie del complotto sono caratterizzate tutte da
estrema genericità e da assoluta mancanza di prove convincenti. I
complotti che si denunciano sono sempre avvolti nel mistero: non si
dicono i nomi di chi li ha organizzati, come siano stati messi in atto,
quali siano i loro obiettivi concretamente verificabili. Il governo
americano avrebbe organizzato, gli attentai dell’11 settembre, ma..
perché lo avrebbe fatto? Per poter invadere l’Iraq ed appropriarsi del
suo petrolio ovviamente, ma il prezzo del petrolio è aumentato a
dismisura dopo l’intervento in Iraq, con gravi conseguenze per le
economie occidentali. Possibile che astuzie tanto diaboliche da
organizzare complotti praticamente perfetti non abbiano previsto che una
guerra in medio oriente avrebbe fatto lievitare il prezzo del greggio?
Si trattava di un fatto del tutto prevedibile e che in effetti
moltissimi avevano previsto, moltissimi ma non i diabolici organizzatori
del complotto. E poi, quando, in che modo, come gli USA si sono
impossessati del petrolio iracheno? Di nuovo tutto è avvolto nel
mistero. I teorici del complotto parlano di “accordi commerciali” come
se non fosse stato possibile in passato stipulare degli accordi
commerciali con Saddam!
Sfogliano alcuni dei numerosi volumi che
cercano di dimostrare che gli attentati dell’11 settembre sono stati
organizzati dalla CIA (confesso di non averne letto interamente nessuno,
il masochismo ha un limite!) sono stato colpito dal tipo di “prove” che
vengono portate a sostegno di una simile tesi. “Le scatole nere degli
aerei che si sono abbattuti sulle torri gemelle non sono state
ritrovate” viene trionfalmente comunicato, “è la prima volta che una
scatola nera non viene ritrovata”. Non so se sia stata la prima volta,
di certo è la prima volta che i resti di due aerei sono stati sommersi
da milioni di tonnellate di detriti. Solo dei paranoici del complotto
possono addurre a “prova” delle loro farneticazioni il fatto che le
scatole nere degli aerei non siano state trovate! Neppure la stragrande
maggioranza dei corpi degli assassinati è stata ritrovata, i resti delle
vittime dell’11 settembre sono inestricabilmente fusi con ferro, vetro e
cemento, con le stesse scatole nere.
Ed ancora, nel libro:
“l’incredibile menzogna” si cerca di “dimostrare” che nessun aereo si è
schiantato sul Pentagono l’11 settembre 2001! Il Pentagono è stato
invece centrato da ..un missile! Esistono, è vero, migliaia di testimoni
che affermano di aver visto l’aereo schiantarsi, questo però conta
poco. I testimoni sono americani, quindi complici per definizione del
loro governo! Il mancato ritrovamento di due scatole nere sommerse da
milioni di tonnellate di detriti “prova” il complotto, migliaia di
testimonianze non provano nulla. Basta questo a dimostrare in che modo i
teorici del complotto “provano” la verità di quanto affermano.
Il
rapporto fra le varie teorie del complotto e le prove che dovrebbero
dimostrarne la veridicità è estremamente illuminante. In queste teorie
la tesi del complotto non è il punto finale delle indagini, non
costituisce una accusa supportata da serio materiale probatorio, è il
punto di partenza di qualsiasi indagine. Il complotto è vero per
definizione, stabilito questo si cercano le prove. E’ chiaro a questo
punto che tutto “prova” il complotto. L’America ha bisogno di petrolio?
Questo “dimostra” che ha organizzato gli attentati dell’11 settembre; in
uno stato è in corso una guerra civile e in questo stato esiste del gas
naturale? La guerra è stata scatenata dalle multinazionali del gas; lo
stato X ha stipulato dieci anni fa degli accordi commerciali con lo
stato Y il cui governo oggi è stato abbattuto da un golpe? Di certo il
governo dello stato Y voleva rinegoziare le clausole degli accordi
commerciali e per questo lo stato X ha organizzato il golpe. Con le
“prove” che i teorici del complotto usano si può dimostrare tutto e il
contrario di tutto: ogni paese possiede risorse naturali, ogni governo
stipula accordi commerciali, ovunque esiste qualcosa che può interessare
a qualcuno.
I teorici del complotto hanno sempre ragione, i
complotti di cui parlano sono sempre veri, le prove a carico dei malvagi
cospiratori sempre convincenti.
Anche l’assenza di prove dimostra la veridicità del complotto, anzi ,
l’assenza di prove può essere considerata la prova regina dell’esistenza del complotto. Il
complotto è perfetto, le menti che lo hanno organizzato sono
assolutamente astute e perverse, i governi o le multinazionali che lo
hanno finanziato sono potentissimi. Non si riescono a trovare prove che
il complotto sia reale? E come si potrebbero trovare? Se si trovassero
le prove questo dimostrerebbe che il complotto non era poi così
perfetto, che chi lo ha organizzato non è poi così intelligente,
malvagio e potente. Per le persone normali un complotto non esiste fino a
che non ci sono ragionevoli prove della sua esistenza. Per i paranoici
del complotto l’assenza di prove “dimostra” l’esistenza del complotto.
L’atteggiamento è ovviamente del tutto diverso nei confronti delle prove che dimostrano la
non
esistenza del complotto. Queste vengono o declassate a qualcosa di
assolutamente irrilevante o spiegate come la risultante di altri
complotti. Migliaia di testimoni affermano di aver visto l’aereo
schiantarsi sul Pentagono? Sono Americani, quindi inattendibili; il
teste X afferma cose in contrasto con la tesi del complotto? E’ stato
pagato dai cospiratori; si trovano dei referti materiali che smentiscono
quanto afferma la tesi del complotto? Sono stati costruiti ad arte dai
servizi segreti. Il complotto genera complotti sempre nuovi;
tutto ciò che smentisce la teoria del complotto è spiegabile con altri complotti. Tutti
alla fine complottano, tutti cospirano, mentono, costruiscono prove
false, pagano o eliminano testimoni. Tutti tranne gli angelici
sostenitori del complotto.
Le teorie del complotto sono
inconfutabili. Lo sono non solo perché costruite in maniera tale da non
poter mai essere confutate, ma anche per un altro importante motivo.
Anche il più fantasioso ed improbabile complotto è sempre possibile. Chi
nega il complotto potrà dimostrare la sua scarsa credibilità, la
mancanza di prove che lo dimostrino, la sua assurdità palese,
non potrà mai dimostrare che non è possibile che il complotto esista o sia esistito. Il
complotto X può sempre esistere, così come può accadere o essere
accaduto l’evento Y, così come può esistere od essere esistito l’ente Z.
Tutto ciò che non è logicamente contraddittorio è possibile. E’
impossibile che 2 + 2 faccia 5, ma è possibile che esistano draghi che
sputano fuoco, che astronavi extraterrestri ci spiino giorno e notte,
che la CIA abbia organizzato gli attentati dell’11 settembre 2001.
Le
persone ragionevoli e culturalmente non in malafede non ritengono però
che tutto ciò che è possibile debba per ciò stesso esser considerato
reale. Un evento possibile può essere considerato reale se rientra in
qualche esperienza comune a più esseri umani, sé è suscettibile di
verifica intersoggettiva, se la sua esistenza può venir dimostrata da un
materiale probatorio pubblicamente controllabile.
I
teorici del complotto condividono con altri, ad esempio i sostenitori
della parapsicologia, una singolare pretesa. Chi nega il complotto (o i
fenomeni paranormali) non dovrebbe limitarsi a chiedere che complotto o
fenomeni vengano provati, dovrebbe fare qualcosa di più: dovrebbe
dimostrare che complotto o fenomeni
non esistono. Non riuscire a dimostrare che un fenomeno esiste non equivale a dimostrare che esso
non
esiste. E’ questo invece che dovrebbe fare chi non crede a un certo
complotto o non è convinto dell’esistenza reale di fenomeni come la
telecinesi o la levitazione. Non basta dimostrare che non esiste alcuna
prova seria che la CIA abbia organizzato gli attentati dell’11
settembre, occorre dimostrare che
non li ha
organizzati; l’onere della prova si inverte, non è Il teorico del
complotto a doverne dimostrare l’esistenza, è chi nega il complotto a
dover dimostrare che esso non esiste.
Mi è capitato una volta di
seguire un programma televisivo in cui si discuteva del mostro di Loock-
Ness. Chi sosteneva la tesi dell’esistenza del simpatico serpentone
alla fine, messo alle strette dalle argomentazioni dei rivali ha
affermato: “ammetto di non poter provare che il mostro esiste, voi però
non potete provare che esso non esiste. Tempo fa l’esistenza del
calamaro gigante era negata, ora tutti sanno che questo animale esiste”.
L’esempio
del calamaro gigante è particolarmente calzante. Questo esempio sembra a
prima vista convincente, ma tutta la sua forza risiede nel fatto che
l’esistenza del calamaro è stata alla fine provata. Il calamaro gigante
ha smesso di essere un mostro immaginario quando è stato visto,
fotografato, misurato addirittura. Se il giovanotto impegnato nel
dibattito televisivo avesse fatto l’esempio del drago che sputa fiamme
il suo ragionamento sarebbe apparso del tutto inconsistente.
Non è possibile dimostrare che qualcosa non esiste.
Dimostrare l’esistenza di X è cosa del tutto diversa dal dimostrane la
non esistenza. Per dimostrare che X esiste basta inserirlo in una
esperienza intersoggettiva, per dimostrate che X non esiste occorrere
controllare tutte le possibili esperienze.
X può sempre esistere perché se non è contraddittorio X è possibile.
E’ sempre possibile immaginare un mondo in cui X esista, è possibile
farlo anche se finora questo mondo non è mai stato oggetto di alcuna
esperienza. Pretendere che chi non crede ad un complotto dimostri che
esso non esiste è pretendere, appunto, l’impossibile, equivale ad
assegnare ai propri rivali un compito che non può per definizione essere
portato a termine. Se tutti avanzassero simili pretese qualsiasi forma
di dialogo fra gli esseri umani sarebbe, anch’essa, impossibile.
Il
mondo dei teorici del complotto è un mondo spettrale. In questo mondo
nulla è come appare, tutto è illusione ed inganno; gli amici sono in
realtà nemici, i nemici amici. I paranoici del complotto rovesciano
tutto, mettono il mondo a testa in giù: gli israeliani sono i peggiori
nemici degli ebrei, gli uomini bomba palestinesi sono manovrati da
agenti israeliani, il massacro delle torri gemelle è stato organizzato
non da chi brucia tutti i giorni bandiere a stelle e strisce ma dal
presidente che gli Americani hanno democraticamente eletto. Chi dice di
odiarci in realtà ci ama, chi dice di amarci in realtà ci odia. Il
legame fra pensiero ed essere, discorso e realtà viene in questo modo
irrimediabilmente lacerato. Le farneticazioni anti-occidentali dei
fondamentalisti islamici sono solo innocui discorsi privi di conseguenze
pratiche oppure autentici inganni elaborati dalla CIA e dal Mossad.
Termini come “libertà”, “democrazia”, “tolleranza” non significano più
niente, non designano alcun stato di cose reale, sono solo maschere
dietro cui operano gli onnipotenti cospiratori. Noi crediamo di essere
liberi, crediamo di vivere in pesi democratici, pensiamo che accettando
di dialogare con chi è diverso da noi ci dimostriamo tolleranti.
Sbagliamo. Non ci rendiamo conto che tutto questo è inganno, non capiamo
che dietro la cortina fumogena dell’illusione agiscono coloro che
tirano le fila di un gioco di cui noi siamo solo incoscienti pedine.
Come
tutti coloro che pretendono di spiegare tutto mettendosi al riparo da
ogni tentativo di confutazione anche i teorici del complotto finiscono
però per cadere nella rete che loro stessi hanno teso. Se tutto è
cospirazione perché non dovrebbero cospirare anche i teorici del
complotto? Forse chi parla sempre di complotti sta organizzando un
complotto gigantesco; il denunciare continui complotti forse fa parte a
sua volta di un complotto, di un unico enorme complotto volto a
convincere tutti che i cospiratori ci dominano. Un libro che faceva
bella mostra di se in tutte le librerie si intitola: “Tutto ciò che sai è
falso”, ma, se tutto ciò che so è falso come posso considerare vera
l’affermazione secondo cui è falso tutto ciò che so? I teorici del
complotto incappano nel paradosso del mentitore che affermando di
mentire sempre dice almeno una volta la verità, ma dicendo questa verità
mente.
Se tutto è complotto è complotto anche la denuncia dei complotti:
questa è la conclusione che i paranoici del complotto dovrebbero trarre
dalle loro argomentazioni, dovrebbero, se paranoici non fossero.
La
mentalità complottista assume particolare gravità a livello generale,
politico, e, anche a questo livello, offre facili bersagli alle ansie,
alle paure ed alle insoddisfazioni di molti. Le varie teorie del
complotto mettono a disposizione degli esseri umani i responsabili
concreti, visibili di tutto ciò che non va, che non funziona. Le crisi
economiche sono causate dagli avidi speculatori, le guerre dai mercanti
di armi. Non occorre cercare di capire come funziona un sistema
economico, non occorre studiare la situazione internazionale, la
soluzione è semplice, a portata di mano. Nella Germania nazista la colpa
di tutto era degli ebrei e delle loro cospirazioni sataniche, nella
Russia staliniana tutti gli insuccessi di una pianificazione
avventurista erano addebitati ai complotti dell’imperialismo, oggi le
“multinazionali” ed il governo degli Usa sono la causa di tutti i mali
del mondo. Piace a molta gente questa piatta semplicità, rafforza la
pigrizia mentale latente in ognuno di noi.
Le teorie del complotto
offrono inoltre formidabili gratificazioni psicologiche agli esseri
umani. “Io non sono stupido” pensa Caio. “Tutti credono che Bin Laden
abbia organizzato gli attentati alle torri gemelle ma io non mi faccio
ingannare. Altro che Bin Laden, di sicuro c’è sotto qualcosa, gli altri
seguono la corrente, credono ai giornali ed alla televisione, io no, io
sono intelligente, a me non la si fa!”. Chi vede complotti ovunque è
convinto di essere assai più intelligente ed avveduto dei normali esseri
umani, pensa di saper guardare le cose in profondità, di non fermarsi
alle “apparenze”. Il teorico del complotto si sente superiore a tutti
gli altri, lui è una persona capace di guardare lontano, gli altri sono
sciocchi creduloni, lui no, no, lui no. Invece lo sciocco credulone è
proprio lui. Come lo Schakespiriano re Lear il teorico del complotto non
ha occhi per vedere né orecchie per sentire. Accecato dai suoi sospetti
scambia i nemici per amici e viceversa, mentre insegue le sue fantasie è
incapace di vedere la verità che con tutta chiarezza sta sotto i suoi
occhi. Nel bellissimo libro “Il lato oscuro della storia” Daniel Pipes
cita il caso di Stalin che nel 1941 non si rese conto, malgrado tutte le
evidenze, che la Germania nazista stava per attaccare l’URSS. Cosa
impedì al dittatore georgiano di vedere ciò che chiunque poteva vedere?
Precisamente la sua sospettosità paranoica. Stalin pensava che tutte le
prove dell’imminente attacco tedesco fossero costruite ad arte dai
servizi segreti britannici per far entrare la Russia in guerra. Accecato
dai sospetti non diede alcuna importanza al fatto che Hitler stava
ammassando milioni di soldati alle frontiere sovietiche. Nella prima
fase della guerra la Russia sovietica dovette così subire perdite
enormi. La paranoia del suo capo costò milioni di morti (evitabili) al
popolo russo.
Per
il teorico del complotto chi non da credito alle sue fantasie è
sciocco e credulone. E’ il caso di dire: evviva gli sciocchi e i
creduloni! La persona sensata crede a ciò che vede. Sa che spesso i
sensi ingannano ma sa anche che è possibile parlare di inganno solo
se esiste un criterio di verità che ci fa distinguere l’inganno da
ciò che inganno non è. La persona sensata sa che esistono i
complotti ma sa anche che non tutto è complotto. E' disposta a credere che qualcuno cerchi di ingannarla ma sa anche che potrebbe cercare di ingannarla anche chi parla sempre di inganni, vuole perciò
che l’inganno, se esiste, sia provato. La persona sensata non si fida
sempre e comunque di tutti ma ritiene illogico e distruttivo non
fidarsi mai di nessuno. Non ritiene di essere superiore a tutti gli
altri, non pensa di essere la sola a vedere ciò che tutti gli altri
non vedono, diffida di chi stuzzica la sua vanagloria, detesta i
linciaggi, anche quelli mediatici. Quando pensa a sé stessa la persona
sensata cerca di essere, almeno in certe occasioni, almeno un po’,
autocritica. Chi ha buon senso non pensa di avere sempre ragione. La
persona sensata è un normale essere umano dotato di buon senso,
esattamente ciò che i teorici del complotto odiano con più forza.
Che cuociano pure nel loro odio.