lunedì 21 ottobre 2019

GRILLO, GLI ANZIANI, IL VOTO.

Raccolgo qui, con lievi modifiche vari post che ho scritto sulla demenziale proposta di Grillo volta a togliere o a ridurre il diritto d voto agli anziani (io uso spesso il termine "vecchi" perché detesto la moda politicamente corretta di abellire le cose, quasi chela vecchiaia sia una colpa).

VECCHI E GIOVANI


Beppe Grillo vuole togliere il voto agli “anziani”. Perché? Semplice. Chi è vecchio, dice il buffone genovese, è grettamente legato al presente, non ha una visione ampia, proiettata al futuro del mondo. Quindi non è giusto che col suo voto comprometta le aspettative di chi è giovane e nel futuro ci vivrà.
Fantastico! Cosa controbattere a tanta profonda filosofia politica? Vediamo un po'...
“Ragionando” (si fa per dire) come Grillo si dovrebbe attribuire un diverso valore al voto a seconda dell'età dei votanti. Perché limitarsi a togliere il voto ai vecchi? Un ventenne ha prospettive di vita più lunghe che non un quarantene, quindi il suo voto dovrebbe valere 10 e quello del quarantenne solo 5. Il voto del sessantenne dovrebbe valere due, quello del settantenne zero. Interessante...
Chi ha detto che i vecchi non pensano al futuro? I vecchi hanno figli e nipoti e votando pensano a loro più che a se stessi. Non solo, con l'avanzare degli anni si riduce non solo l'aspettativa di vita ma anche la quantità di piaceri che la vita può offrire. Tutto questo spinge il vecchio, anche quello senza figli, a pensare più al futuro che al passato. Chi è più giovane può votare pensando più che altro alle conseguenze immediate del suo voto. Chi giovane non è più ha meno prospettive immediate che lo attirano ed è spinto a pensare a chi verrà dopo di lui.
Ma questi sono dettagli. Il vero problema è: si può contrapporre il presente al futuro? La riposta è un NO grande come una casa.
Il futuro di oggi è il presente di domani ed il passato di dopodomani. Si lavora per un buon futuro costruendo un presente almeno decente. Non esistono fratture insanabili fra generazioni. Risolvere alcuni problemi che ci assillano oggi vuol dire anche lasciare qualche problema in meno ai nostri figli e nipoti.
Esistono però filosofie politiche che si basano tutte sulla contrapposizione assoluta fra presente e futuro. Sono le filosofia futuriste. Il marxismo - leninismo è forse la più importante.
Per queste filosofie le esigenze di chi vive nel presente non contano nulla e devono essere sacrificate alla felicità delle generazioni future. Il sacrificio di intere generazioni è stato in questo modo giustificato con l'argomento che questo preparava la assoluta felicità di chi vivrà fra cento o mille anni.
Si tratta di filosofia irrazionali ed immorali.
Irrazionali perché, si risolvono in un continuo rinvio al futuro. Fino a che esisterà il mondo esisterà un futuro, quindi un domani indeterminato a cui rinviare l'assoluta felicità di persone che mai conosceremo, che mai NESSUNO conoscerà. Le sofferenze di chi vive nel presente continueranno in eterno ad essere sacrificate ad una sempre sfuggente felicità futura.
Immorali perché nessuna generazione ha più diritti di un'altra. Perché le esigenze della generazione di oggi devono essere sacrificate a quelle della prossima? (vale anche l'opposto, ovviamente). Le generazioni vecchie hanno gli stessi diritti di quelle giovani, e viceversa. I vecchi devono veder tutelati tutti i loro diritti, compreso quello di voto. Punto.
Il futurismo spezza il legame fra generazioni ma in questo modo sacrifica qualche generazione a qualche altra. Per questo, ricorda Popper in “La società aperta e i suoi nemici” è profondamente immorale.
Ma pretendere che un buffone conosca Popper è davvero esagerato.


Nel suo scritto Grillo dice che visto che tutti diventeremo anziani non c'è discriminazione nel togliere il voto agli anziani. E' una idiozia.
I soggetti della discriminazione sono gli esseri umani, NON le classi di età. “Ragionando” come grillo si potrebbe sostenere che una legge che stabilisse l'eliminazione fisica degli extra sessantenni non sarebbe mostruosa visto che tutti diventeranno extra sessantenni.
La proposta di Grillo, se attuata, farebbe si che tutti, raggiunta una certa età, sarebbero discriminati, diventerebbero cittadini di serie B o C. Il fatto che un simile destino riguardi tutti non lo rende meno mostruoso, al contrario, ne amplifica la portata.

GRANDI VECCHI

Kant scrisse la “Critica del giudizio” a 66 anni. Morì a quasi 80 anni. Fino a poche settimane dalla morte lavorò al'”opus postumum”, una serie di manoscritti che, nelle sue intenzioni, dovevano dar vita ad una nuova grande opera teorica.
Galileo scrisse i “discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze”, la sua opera scientificamente più importante, a 74 anni, quattro prima di morire.
Michelangelo Buonarroti morì a 89 anni. Fino a pochi giorni dalla morte lavorò alla splendida “Pietà Rondanini”, la sua ultima opera.
Ludwig Wittgenstein morì di cancro a 62 anni. Fino a due giorni prima di morire lavorò a “della certezza”, acutissima analisi del linguaggio ordinario.
Si potrebbe continuare.
Per Beppe Grillo persone di questo calibro oggi dovrebbero essere escluse dal voto. Chissà, domani potrebbe proporre la loro soppressione, per non gravare sui conti dell'INPS e del sistema sanitario nazionale.
In compenso dovrebbe poter votare Greta Thunberg.
Tanto basta, direi...


LOGICA

Grillo, e non solo lui, parlano di togliere il voto ai vecchi.
I vecchi, dicono, votano avendo prospettive di vita minori, quindi prendono decisioni di breve periodo che danneggiano chi è giovane e sopravviverà a loro.
Si tratta di stronzate, da tutti i punti di vista.
Non è vero che i membri di una certa fascia di età votino per fare gli interessi esclusivi di quella fascia, non è vero che chi è vecchio voti senza pensare al futuro (esistono i figli ed i nipoti), non è vero che non debbano essere tutelati i diritti e gli interessi di chi ha una aspettativa di vita più breve. Si potrebbe continuare.
Ma, a parte tutto questo, la proposta di Grillo è insostenibile anche dal punto di vista puramente LOGICO.
Facciamo un esempio estremamente semplificato, con cifre poco realistiche, per non complicare troppo le cose.
La classe dei sessantenni ha una aspettativa di vita di 10 anni. Quella dei cinquantenni una aspettativa di 20 anni.
I sessantenni votano (secondo Grillo) per provvedimenti che influenzeranno la vita della collettività per dieci anni. In questo modo, sempre secondo Grillo, influiscono negativamente sui cinquantenni che dovranno vivere non dieci ma venti anni.
Ma questa è, LOGICAMENTE, una idiozia. Per i primi dieci anni i cinquantenni non saranno danneggiati dalle scelte dei sessantenni. E per i secondi? Per i secondi nemmeno. A quel punto i cinquantenni saranno diventati sessantenni e difenderanno i loro residui interessi con scelte che riguarderanno i residui dieci anni di vita attesa.
Per farla breve: le conseguenze negative delle scelte di più breve respiro dei vecchi riguarderanno non i giovani ma i futuri vecchi. Che a loro volta potranno porvi riparo.
Se si moltiplicano le classi di età, se ne prendiamo in considerazione non due ma quattro o dieci, le cose non cambiano, si complica solo la loro esposizione.
E' solo logica.
Ma ai buffoni la logica non piace. Proprio non possono capirla.


Uno degli argomenti preferiti a favore della esclusione degli anziani dal voto è la Brexit. “Vedete?” dicono. La Brexit è passata perché la hanno votata i vecchi, rovinando così il futuro delle giovani generazioni. Favoloso argomento! Prima stabiliscono che la Brexit rovina il futuro dei giovani, poi usano il voto degli anziani per la brexit come "prova" che gli anziani rovinano il futuro dei giovani quindi non meritano di votare. La Brexit è ignobile perché i vecchi la votano. I vecchi sono ignobili perché votano la brexit! Esempio perfetto di ragionamento circolare! A “dimostra” B e B “dimostra” A.


CI RITORNO ANCORA SU, SCUSATEMI.

Scusatemi se ci ritorno su, ma su questa faccenda del negare il voto agli anziani ne vengono fuori sempre di nuove.
Giorgio Gori, sindaco di Bergamo (poveri bergamaschi) afferma in un tweet:
“una popolazione con forte prevalenza di anziani vota e voterà sempre di più contro gli interessi delle giovani generazioni”.
Quindi... niente voto agli anziani. Poi ha spiegato che no, lui non vuole questo e ha affermato che quella di Grillo è solo una provocazione. Veramente NON lo è: sono anni che Grillo ne parla!
E cosa propone, il geniale Giorgio Gori? Ecco quanto scrive su FB:
“Girano altre proposte, tipo quella di far pesare di più – con l’attribuzione di un coefficiente superiore a 1 – il voto di alcune categorie di cittadini, per esempio i genitori con figli minorenni. Non so dire se siamo ragionevoli e fattibili. Ma il problema c’è tutto, fidatevi”.
FAVOLOSO!!!!! Lui non è per toglier il voto agli anziani, vuole solo farlo valere la metà. Il mio voto conta uno, quello di un sedicenne conta due, quello di un trentenne uno e mezzo. Che bello!!!
Ma veniamo al sodo.
Dire che la prevalenza degli anziani dovrebbe esser corretta togliendo loro il voto, o, il che è lo stesso, riducendone il peso, equivale a dire che in un paese a maggioranza contadina bisognerebbe togliere il diritto di voto ai contadini perché questi potrebbero usarlo contro gli operai. E' quello che fecero i bolscevichi con i voti differenziati fra operai e contadini nei Soviet, prima di imporre a tutti, operai e contadini, il lavoro coatto.
In una democrazia liberale TUTTI, ma proprio TUTTI, hanno diritto di contribuire alle scelte politiche, di difendere i loro interessi, i loro valori, le loro idee. Naturalmente rispettando i diritti degli altri e senza annichilire idee, valori, interessi diversi dai loro.
Per il signor Gori invece il voto va differenziato a seconda delle caratteristiche dei votanti. Non è mica una novità. Un tempo non poteva votare chi non aveva un certo reddito, né potevano votare le donne. Ora non potrebbero votare gli anziani (o i vecchi). Domani non potrebbero votare i malati, che hanno una aspettativa di vita ridotta, o gli invalidi che, per usare le parole di Gori, sono come le vecchie generazioni: “naturalmente meno orientate al cambiamento e all’innovazione".
E perché limitarsi a toglier loro il voto? Gori fa accenno al debito pubblico eccessivo... beh... gasando vecchi e malati si ridurrebbero le spese e si metterebbero “al riparo i conti”...
Aggiungo solo una considerazione.
Si fa l'interesse delle nuove generazioni con politiche che incoraggino le nascite, favoriscano la crescita economica, difendano la civiltà in cui le nuove generazioni vivranno.
Il PD oggi è alleato coi teorici della decrescita felice, difende la filosofia gender, apre le porte del paese ad una immigrazione incontrollata destinata a far collassare la nostra civiltà.
E pretende di esser preso sul serio quando parla di “difesa delle nuove generazioni”.
RIDICOLO!!!! 

Voto ai sedicenni, cittadinanza regalata con lo “ius soli”, ribattezzato “ius culture”, eliminazione del diritto di voto per gli anziani. In un possibile domani potrebbe votare un senegalese di sedici anni che ha conseguito in Italia la licenza elementare ma non uno scienziato di fama mondiale come Zichichi, "reo" di essere novantenne.
E' chiaro il tentativo. Sanno che il popolo li detesta, quindi cercano di cambiare il popolo.





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