mercoledì 13 settembre 2017

EMANUELE FIANO E LA CENSURA DELLE IDEE.


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Non si devono tollerare gli intolleranti
, non si può permettere che qualcuno usi la democrazia per distruggerla.
In base a queste considerazioni, del tutto condivisibili, la legge sulla punizione della apologia del fascismo proposta dall'onorevole Fiano può risultare accettabile.
Bisogna però porsi una domanda: in che modo occorre non tollerare gli intolleranti? Intuitivamente, ci si può rapportare agli intolleranti in tre modi.
1) Punire le loro azioni.
2) Vietare che esprimano le proprie idee.
3) Inibire loro qualsiasi forma di attività politica.

Il punto UNO può apparire scontato, ma merita due parole di approfondimento. Nei paesi democratici esistono, o possono esistere, forze politiche che, pur predicando cose aberranti, partecipano alla competizione elettorale. In una democrazia queste forze sono tollerate, ma ad una fondamentale condizione: nel caso giungano a governare non possono legalmente mettere in atto, in tutto o in parte, il loro programma.
Un partito legato ad ideologie totalitarie può presentarsi alle elezioni, teoricamente le può anche vincere, ma non può, fino a che la democrazia esiste, attuare le sue concezioni ed i suoi programmi. Questa è la fondamentale caratteristica che differenzia i normali partiti democratici dai partiti estremisti, di destra o di sinistra. Un partito liberale, o popolare, o socialdemocratico può governare ed attuare il programma che ha presentato agli elettori, un partito comunista o fascista no.
Per farlo deve scardinare la struttura istituzionale esistente e se non ne è in grado deve rinunciare ad attuare i suoi programmi, o una loro parte essenziale.
A mio parere questa situazione particolare in cui vengono collocate in democrazia le forze politiche non democratiche è più che sufficiente, in periodi normali, per tenerle a bada. “Dite pure ciò che vi pare, ma sappiate che se cercherete nei fatti di distruggere la democrazia e le fondamentali libertà civili noi ve lo impediremo, anche con la forza, se occorre”. Questo è il modo con cui i democratici ed i liberali si rapportano a chi democratico e liberale non è. Ed è un buon modo di non tollerare gli intolleranti.
Certo, esistono delle eccezioni. Non credo che in Gran Bretagna nel 1940 si potesse tollerare l'esistenza di un partito filo nazista o la propaganda di idee nazi fasciste. Ma, appunto di eccezioni deve trattarsi. Una cosa sono le leggi che valgono in periodi normali, altra quelle che si è obbligati a far valere in periodi che normali non sono. Se si tiene conto di questo una conclusione appare scontata: nel periodo che stiamo vivendo il fascismo non rappresenta un serio pericolo per le istituzioni democratiche. La situazione attuale non è normale, è vero, ma non a causa di un inesistente pericolo fascista. Semmai ci si dovrebbe chiedere se sia giusto, in una fase come l'attuale, continuare a tollerare la propaganda fondamentalista islamica. Sono mille volte più pericolose le moschee politicizzate che non i circoli di “forza nuova”. Però da questo orecchio persone come l'onorevole Fiano sembrano non sentirci.

Qualcuno potrebbe chiedersi: perché reprimere solo le azioni? Non è meglio reprimere le idee? Elimina le idee cattive ed avrai eliminato le cattive azioni.
No, non è per niente giusto un simile discorso. Non lo è perché la repressione delle idee è comunque una limitazione gravissima di quel fondamentale valore che è la libertà di pensiero. A volte può essere inevitabile limitare un simile valore, ma far diventare regola quella che deve restare una limitata eccezione distrugge in prospettiva uno dei cardini della nostra civiltà. Tutti i diritti sono limitati, e nella pratica ogni valore trova limiti alla sua attuazione. Il rispetto per la vita umana è un valore fondamentale, ed è fondamentale il diritto alla vita che ognuno di noi ha. Ma in guerra questo valore e questo diritto devono subire limitazioni gravi. Però, una cosa è ammettere che lo stato possa obbligare i cittadini a rischiare la vita in guerra, cosa del tutto diversa autorizzare i membri della polizia a fucilare senza processo il primo che passa. Non credo occorra dilungarsi oltre su cose tanto intuitive.
E poi, quali idee si dovrebbero punire? La citazione di un testo di Carl Schmitt rappresenta una “apologia del nazismo"? Se qualcuno si dice d'accordo con Nietzsche quando questi afferma: “se devi incontrare una donna prendi la frusta” compie apologia del fascismo? Il nazismo non è affatto un fungo velenoso nato dall'oggi al domani, privo di presupposti culturali. Nel suo mirabile libro “Le origini culturali del terzo Reich” George L. Mosse, filosofo e storico delle idee tedesco di origini ebraiche, dimostra che la ideologia malata del nazismo ha radici profonde nella cultura europea. I suoi antecedenti vanno cercati nell'irrazionalismo che si espande sul finire del diciannovesimo secolo nel continente e soprattutto in Germania. Ora, esprimere idee irrazionaliste, condividere la critica alla scienza ed all'industrialismo che caratterizzò molti movimenti culturali europei rischia di fare etichettare qualcuno come “neonazista”?
Il discorso è ancora più chiaro se si passa all'analisi del comunismo. Poniamo che un governo di destra proibisca la “apologia del comunismo”. Cosa dovrebbe proibire un simile provvedimento? Si potrebbero continuare a leggere le opere di Lenin? E quelle di Marx? A rigore queste andrebbero proibite. Ma, visto che molte radici del pensiero marxiano risalgono ad Hegel, anche il vecchio Wilhelm andrebbe proibito, e così via...

Conosco una possibile obiezione. Questi sono grandi intellettuali, nulla a che vedere con l'apologia! Ma è una sciocchezza.
Proprio perché si tratta di grandi intellettuali li si dovrebbe considerare, nell'ottica dei censori, più pericolosi! Quattro scemi che fanno il saluto romano o agitano il pugno chiuso sono una cosa. Le pagine di grandi intellettuali che formano le menti delle persone capaci di pensare un'altra, molto più importante e, per gli amici della censura, pericolosa. Censurare gli slogan ma non i ragionamenti, le idiozie ma non le considerazioni profonde è una colossale baggianata. Se ci si mette sul piano della censura si imbocca una strada da cui non si può tornare indietro. Non basta reprimere qualche ragazzotto poco intelligente, bisogna tagliare la lingua alle persone intelligenti, e non a poche, a molte, moltissime. Questo ci insegna la storia, a partire da quella del nazismo.
E poi, chi è davvero fascista? Chi decide se una certa frase, un certo pensiero sia “nazista” o solo conservatore, “fascista” o semplicemente nazionalista? Chi, sull'altro versante, stabilisce se una certa teoria sia “comunista” o solo socialdemocratica? Lo sanno tutti. Per i comunisti chi non è d'accordo con loro è sempre un “bieco fascista”. Chi si oppone alla immigrazione senza limiti è “razzista”, “sciovinista” e, naturalmente “fascista”. Salvini è fascista, la Meloni pure. Berlusconi è stato paragonato ad Hitler, Trump idem. Sull'altro versante ci sono stati anticomunisti per i quali un mite socialdemocratico era un pericoloso bolscevico. Si puniscano le idee e si innesca un processo pericolosissimo: chiunque potrà cercare di far fuori i nemici politici appiccicandogli etichette indesiderate.

Nelle righe precedenti ho scritto una grossa inesattezza, me ne rendo conto. Ho parlato, accanto al fascismo ed al nazismo, del comunismo. E sul comunismo, ovviamente, la legge proposta dall'onorevole Fiano non dice assolutamente nulla.
Ma proprio questo la rende, oltre che stupida ed illiberale, anche profondamente ipocrita.
Non è mia intenzione fare approfondite considerazioni di filosofia politica sul fascismo, il nazismo ed il comunismo. Le differenze fra queste ideologie sono numerose quanto le loro affinità. Una cosa però è certa: l'esperienza storica concreta di tutte ha lasciato in eredità al genere umano una serie enorme di lutti.
Secondo lo storico sovietico Roy Medved, di certo non un “anticomunista viscerale”, le vittime dirette ed indirette dello stalinismo sono almeno 22 milioni. Se si guarda alla Cina di Mao questo numero va moltiplicato per tre, forse addirittura per quattro. Il regime di Pol Pot dal canto suo ha provocato la morte di un buon quarto della popolazione cambogiana. Si tratta di cifre mostruose, sicuramente superiori a quelle addebitabili al nazismo, anche se occorre tener conto, ai fini di una valutazione seria, della breve durata di quest'ultimo. Per onestà occorre riconoscere che il bilancio storico del fascismo italiano è sicuramente molto meno tragico. E per quanto numerose possano essere le differenze fra comunismo, nazismo e fascismo di certo tutte queste ideologie sono lontane anni luce dai valori della democrazia occidentale.
Quindi, se la proibizione della apologia del fascismo e del nazismo è fatta per tutelare la democrazia, perché non punire in maniera altrettanto severa la apologia del comunismo? Quanto meno del comunismo reale, quello che si è concretamente attuato nella storia? Perché agitare un ritratto del duce dovrebbe essere punito mentre dovrebbe essere perfettamente legittimo agitarne uno di Stalin, Mao o Pol Pot?

In realtà la legge Fiano non ha nulla a che fare con la difesa della democrazia contro un inesistente pericolo fascista. E' invece un meschino tentativo di creare difficoltà ai rivali politici del PD e di recuperare qualche voto a sinistra.
Grazie a questa legge (se sarà approvata in maniera definitiva) si potrà cercare di tacitare le critiche sempre più aspre che piovono sul PD specie sul tema della immigrazione agitando lo spauracchio del “fascismo” da punire. Non si rendono conto, le persone come Fiano, che sono proprio simili provvedimenti ed un simile modo di agire che possono far diventare reale il pericolo fascista, oggi solo fantomatico. Si criminalizzi una vasta area politica critica nei confronti del PD, ma di certo lontana dal fascismo e si otterrà il solo risultato di far crescere a destra forme estremizzate di protesta. Può avvenire col “fascismo” qualcosa d molto simile a quanto può avvenire col “razzismo”. Difendere una immigrazione senza limiti, chiudere gli occhi sui problemi gravissimi che questa crea, negare ogni legame fra immigrazione degrado e terrorismo, tutto questo è destinato in prospettiva, ad alimentare forme nuove di razzismo.
Dare del “fascista” a tutti coloro che a questa politica si oppongono rischia di dar fiato precisamente a chi si vuole combattere.
Ma l'onorevole Fiano queste cose non le capirà mai.

1 commento:

  1. Secondo me di questi tempi è l'islam il vero pericolo. E' considerata dai più una semplice religione, e chi simpatizza per l'islam è spesso attratto proprio dai suoi aspetti più aberranti (I convertiti ammettono che la loro conversione è dovuta proprio al fascino che la shariah ha suscitato su di loro). I fascisti fanno rumore, ma, quest'estate c0è stato un raduno nazi rock, dove si radunano i bandiera nera da tutta Europa, ed erano solo 3000. Da tutta Europa. Quindi un numero irrisorio per paese (alcune centinaia). Inoltre il nazista più famoso d'Europa (un certo ABB) è alle sbarre, in un carcere di massima sicurezza, da diversi anni, ed è probabile che in galera passerà il resto dei suoi giorni.

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