giovedì 12 settembre 2013

I PARANOICI DEL COMPLOTTO



Per le teorie del complotto tutti o quasi gli avvenimenti importanti sono la risultante di manovre oscure, complotti appunto. Non bisogna prestar fede alle apparenze, le cose sono diverse da come appaiono. In superficie tutto sembra chiaro ma sotto la superficie operano forze potenti e misteriose che tirano le fila di tutto ciò che avviene. Il terrorismo di matrice islamica compie orribili attentati? E’ vero, ma ..chi manovra davvero gli uomini bomba? Un incidente mette fuori uso la distribuzione di energia elettrica in tutta Italia? Chi lo avrà causato? E’ crollato il muro di Berlino? Certo, ma, siamo sicuri che la C.I.A. non c’entri? Il caso non esiste, non esistono coincidenze, errori, fatti imprevisti. Non può esistere una spontanea esplosione di rabbia popolare, non esistono autonomi fattori di crisi economica e sociale. Non esistono ideologie nichiliste capaci di conquistare cuori e cervelli di milioni di esseri umani, non esiste il fanatismo. Esistono solo sinistri e onnipotenti personaggi che dall’ombra dirigono tutto, tutto programmano. Gli ingenui possono credere ad esempio che la diffusione del fanatismo islamista sia oggi un problema drammatico. Gli iniziati sorridono di questa santa ingenuità: loro sanno che i servizi segreti, la CIA, il Mossad e, naturalmente, il governo degli Stati Uniti d’America controllano tutto, comprese le azioni dei loro apparenti nemici. Il teorico del complotto non è ingenuo, non si fida di ciò che appare.

Enti concreti come la CIA, il governo americano o la massoneria diventano qualcosa di profondamente misterioso nelle mani dei teorici del complotto. La CIA esiste e sicuramente organizza, ed ha organizzato, dei complotti. E’ parte del suo mestiere farlo, è parte del mestiere di tutti i servizi segreti del mondo. Ma una CIA capace di determinare il crollo del comunismo o la diffusione a livello planetario del fanatismo islamico non è più una organizzazione spionistica, è una organizzazione onnipotente, una sorta di incarnazione di Satana, un ente astratto, metafisico. Molti però non colgono l’assurdità di una organizzazione segreta capace di provocare eventi pubblici di enorme rilevanza. La CIA ed il governo degli Stati Uniti esistono, sono potenti, quindi possono fare tutto. Se hanno aiutato in passato dei generali golpisti perché non possono compiere in prima persona dei colpi di stato? E se possono compire dei colpi di stato perché non possono sobillare le masse, determinare il crollo di un regime? E naturalmente chi sobilla e fabbrica complotti sono sempre gli altri, i nemici politici. Solo il Mossad trama complotti, non esistono organizzazioni terroriste islamiche, solo la CIA sobilla le masse, gli agitprop comunisti non sono mai esistiti. I fatti danno ragione a tanta parzialità in fondo: il comunismo è crollato, questo “prova” che la CIA complottava. La decadente società borghese non è stata travolta da alcuna rivoluzione, questo “prova” che nessun complotto comunista è mai stato messo in atto per distruggerla. Il teorico del complotto ha sempre ragione.

I teorici del complotto usano spesso e volentieri un vecchissimo argomento. Per scoprire chi è il colpevole di un certo evento occorre rispondere alla domanda: “a chi giova?”. Se l’evento X giova ad Y di certo Y è il responsabile di X. Chiaro no? Se mia moglie muore e mi lascia un po’ di soldi in eredità di sicuro io sono il suo assassino. Il teorico del complotto non ha mai dubbi, non va troppo per il sottile. Trovarselo come giudice in un processo sarebbe una autentica sventura. Ma evitiamo le facezie ed evitiamo anche di soffermarci troppo sul balzano modo di pensare secondo cui ogni volta che accade un evento importante ci si deve chiedere chi ne sia il colpevole. Il più delle volte il colpevole non esiste o non è importante stabilire chi sia. Che di tutto ciò che accade debbano esistere dei colpevoli, non eventuali responsabilità politiche, ma dei colpevoli, come esistono i colpevoli di un omicidio, è già un modo di pensare tipico dei teorici del complotto.
Torniamo all’argomento del “a chi giova”. A prima vista sembra che l’affermazione secondo cui “se X giova ad Y è stato Y a provocare X” sembra ragionevole, in realtà non lo è affatto.
Innanzitutto il fatto che X giovi ad Y non prova affatto che Y sia il responsabile di X. Se un mio lontano parente muore e mi lascia un’eredità milionaria ciò non prova minimamente che io sia il suo assassino. Il movente è solo un indizio, uno fra i tanti, che possono portare alla scoperta del colpevole di un delitto, da solo non prova niente. Per i teorici del complotto invece un (eventuale) movente non solo prova che la tal persona o il tal partito, o il tale stato sono responsabili di un delitto, prova la stessa esistenza del delitto. Il lontano parente che mi lascia l’eredità può essere morto di cancro o di vecchiaia, questo ha poco valore per i teorici del complotto: io ho avuto un vantaggio dalla sua morte, “quindi” è stato un omicidio a provocarla, quindi io sono l’omicida.
Inoltre, come si può stabilire che X giova ad Y e non magari a Z o a N? Per i complottisti gli attentati dell’11 Settembre 2001 hanno giovato al governo degli Stati Uniti d’America, quindi i responsabili di quegli eventi sono il presidente degli USA, l’onnipresente CIA e magari lo stato di Israele. Perché gli attentati avrebbero favorito gli USA? Perché hanno offerto loro il pretesto per aggredire indifesi paesi islamici al fine di rapinar loro il petrolio ovviamente; e se in uno dei paesi “aggrediti”, ad esempio in Afghanistan, il petrolio non c’è le cose non cambiano: il vero obiettivo del governo americano in questo caso potrebbero essere state… le coltivazioni di papavero! E’ sempre possibile trovare qualcosa che interessi a qualcuno.

I teorici del complotto ragionano spesso in questo modo: osservano l’evento X e gli eventi Y, Z, N che lo seguono, stabiliscono chi sono i beneficiari di Y, Z ed N e “scoprono” in questi beneficiari i colpevoli dell’evento X. Proviamo a mettere alla prova questo modo di ragionare applicandolo ad un evento importantissimo: l’invasione tedesca della Polonia che ha dato il via alla seconda guerra mondiale.
La seconda guerra mondiale si è conclusa con la vittoria di USA, Gran Bretagna e URSS, sono questi i beneficiari finali dell’evento “invasione della Polonia”. Se i teorici del complotto fossero coerenti dovrebbero sostenere che la crisi di Danzica è stata provocata ad arte dai vincitori del secondo conflitto mondiale! Secondo il modo di ragionare dei teorici del complotto la fase finale di una serie di eventi getta luce e spiega gli eventi precedenti permettendoci di scoprire gli originali “colpevoli” di tutto. Il realtà si arriva alla fase finale solo dopo una lunga serie di scontri dall’esito incerto, sacrifici, errori, eventi nuovi e imprevedibili: l’assetto del mondo nel 1945 non era previsto né programmato da nessuno nel 1939. Per i paranoici del complotto tutto è stabilito sin dall’inizio, le cose invece sono un tantino più complesse.
Inoltre, quando possiamo considerare conclusa la serie di eventi che seguono l’originario evento X? Y, Z, N fanno parte di quella serie ma non potrebbero farne parte anche W, R, S..? Dopo l’invasione della Polonia i nazisti hanno conquistato quasi tutta l’Europa, fino all'inizio del 1943 erano loro i beneficiari dell’evento X, solo dopo le cose sono cambiate. Una volta mi è capitato di leggere che l’assassinio di Aldo Moro ha messo in crisi la prima repubblica e che l’avvento della seconda ha portato alla vittoria di Berlusconi. Altro non si diceva, ma, a buon intenditore… certo, tutto chiaro, solo.. solo che la vittoria di Berlusconi è stata seguita nel 1996 dalla vittoria dell’Ulivo di Prodi. Che sia il professore ad aver ordito il complotto che ha portato all’omicidio di Aldo Moro? Più si accumulano gli eventi più i beneficiari dell’evento X, quindi coloro che hanno organizzato l'originario complotto, diventano numerosi. L’argomento del “a chi giova” ricorda la leggenda dell’inventore del gioco degli scacchi che chiese in dono all’imperatore della Cina un chicco di grano per il primo quadrato della scacchiera, due per il secondo, quattro per il terzo e così via. Proseguendo nelle moltiplicazioni il riso da regalare all’ingegnoso inventore avrebbe coperto l’intera superficie del globo. Qualcosa di simile avviene per i responsabili dei “complotti” che la mente feconda dei loro teorici si diverte ad immaginare.

I complotti naturalmente esistono, sono sempre esistiti. Chi contesta le teorie del complotto non nega l’esistenza di complotti, pretende solo che questi vengano provati.
Dire che il fatto X è la risultante di un complotto e presentare una serie di prove a dimostrazione di quanto si dice non significa affatto essere un sostenitore delle teorie del complotto, al contrario. Le teorie del complotto sono tali non per il fatto di affermare che i complotti esistono ma per altre ragioni che cercheremo di esaminare.
In primo luogo per i teorici del complotto i complotti sono qualcosa di enormemente potente. Non esistono limiti a ciò che si può ottenere grazie ai complotti. Crollo di regimi potenti e consolidati, insurrezioni di massa, vittorie e sconfitte elettorali, tutto questo sarebbe causato da complotti sapientemente organizzati. L’uomo comune pensa che con un complotto si può far fuori un nemico politico, al massimo tentare, con più o meno successo, un golpe. Il teorico del complotto sorride di tanta ingenuità: lui sa che tutto si può ottenere complottando.
Le teorie del complotto, in conseguenza della onnipotenza che attribuiscono al fattore cospirativo, devono ridimensionare fortemente, se non eliminare del tutto, i fattori politici, economici, sociali e culturali che possono spiegare i perché degli eventi. Il mondo di oggi è caratterizzato dall’attacco durissimo che il fondamentalismo islamico ha sferrato contro l’occidente. Si tratta di un fatto epocale che coinvolge milioni di esseri umani, il loro modo di pensare, di vivere, di rapportarsi gli uni agli altri. Per i teorici del complotto questo evento enorme semplicemente non esiste: esistono solo gli interessi di pochi magnati del petrolio, del presidente Bush e della sua famiglia e naturalmente esistono i complotti messi in atto da questi signori per scatenare tutto il putiferio. Per Michael Moore, regista americano capofila dell’antiamericanismo, sono stai gli interessi privati del presidente Bush la causa di tutto: Bin Laden era in realtà amicone di Bush. E il fondamentalismo? E le masse di palestinesi che hanno accolto con gioia la caduta delle torri gemelle? Eventi secondari, forse causati da altri complotti, comunque spiegabili come sana reazione all’”arroganza” USA. Molti marxisti riducono tutta la storia al fattore economico; i teorici del complotto compiono una riduzione assai più radicale: riducono lo stesso fattore economico agli interessi privati di pochi magnati del petrolio (o di qualcos’altro, dipende dai tempi). Per costoro se Bush o magari Silvio Berlusconi morissero tutti i problemi del mondo sarebbero risolti. L’estrema complessità dei fattori che muovono davvero la storia scompare nelle teorie del complotto, l’interagire di politica, economia, cultura, religione, psicologia di massa viene sostituito dalle perverse ambizioni di pochi furfanti, che, guarda caso, fanno sempre parte della parte politica che si avversa.

Con ciò non si vuole assolutamente sostenere che i complotti siano eventi di scarsa importanza, al contrario. Un complotto può avere una importanza enorme, ma questo capita perché quel complotto è stato organizzato in un certo paese, con un determinato ambiente sociale, con certe tradizioni, in un certo momento storico ecc. Solo se il clima sociale, economico, culturale lo favorisce un complotto può avere conseguenze profonde e durature. La conquista del potere da parte dei bolscevichi nella Russia del 1917 può essere considerata la conseguenza di un complotto. La maggioranza delle “masse”, della stessa classe operaia, non seguiva i bolscevichi, la presa del Palazzo d’Inverno coinvolse un numero estremamente ristretto di persone, non ci fu alcuna insurrezione, nessuna manifestazione popolare, tutto fu organizzato a tavolino da Lenin e Trotskj. I bolscevichi però riuscirono a conservare il potere, il complotto che li portò alla guida del più esteso paese del mondo non solo ebbe successo ma fu gravido di conseguenze di enorme importanza. Questo fu reso possibile dalla situazione complessiva della Russia. Fattori determinanti furono la stanchezza e lo scontento per il proseguire della guerra, l’apatia delle masse contadine contrarie ai bolscevichi ma incapaci di iniziativa politica autonoma, la debolezza della intellighenzia liberale, la mancanza in Russia di ogni tradizione democratica, la debolezza del riformismo operaio e della borghesia “illuminata”. Non a caso il tentativo bolscevico fallì nei paesi avanzati dell’Europa occidentale dove esisteva una situazione del tutto diversa.
I complotti possono avere successo ed essere gravidi di importanti conseguenze solo se interagiscono positivamente con l’ambiente sociale complessivo, ma è esattamente questo ad essere del tutto sottovalutato nelle teorie del complotto. Il terrorismo islamista vive di complotti, ma ciò che lo rende davvero pericoloso è il consenso che riesce a raccogliere a livello di massa. Le teorie del complotto eliminano entrambi questi fattori. I complotti dei terroristi sono in realtà organizzati dalla CIA e dal governo americano, il consenso di massa per il terrorismo viene declassato a evento di sfondo la cui responsabilità ricade ancora, ci mancherebbe, sulla politica americana (o israeliana). Le teorie del complotto non studiano i complotti veri nelle loro interrelazioni con l’ambiente sociale, costruiscono complotti immaginari del tutto avulsi dalla realtà sociale.

In secondo luogo le teorie del complotto sono caratterizzate tutte da estrema genericità e da assoluta mancanza di prove convincenti. I complotti che si denunciano sono sempre avvolti nel mistero: non si dicono i nomi di chi li ha organizzati, come siano stati messi in atto, quali siano i loro obiettivi concretamente verificabili. Il governo americano avrebbe organizzato, gli attentai dell’11 settembre, ma.. perché lo avrebbe fatto? Per poter invadere l’Iraq ed appropriarsi del suo petrolio ovviamente, ma il prezzo del petrolio è aumentato a dismisura dopo l’intervento in Iraq, con gravi conseguenze per le economie occidentali. Possibile che astuzie tanto diaboliche da organizzare complotti praticamente perfetti non abbiano previsto che una guerra in medio oriente avrebbe fatto lievitare il prezzo del greggio? Si trattava di un fatto del tutto prevedibile e che in effetti moltissimi avevano previsto, moltissimi ma non i diabolici organizzatori del complotto. E poi, quando, in che modo, come gli USA si sono impossessati del petrolio iracheno? Di nuovo tutto è avvolto nel mistero. I teorici del complotto parlano di “accordi commerciali” come se non fosse stato possibile in passato stipulare degli accordi commerciali con Saddam!
Sfogliano alcuni dei numerosi volumi che cercano di dimostrare che gli attentati dell’11 settembre sono stati organizzati dalla CIA (confesso di non averne letto interamente nessuno, il masochismo ha un limite!) sono stato colpito dal tipo di “prove” che vengono portate a sostegno di una simile tesi. “Le scatole nere degli aerei che si sono abbattuti sulle torri gemelle non sono state ritrovate” viene trionfalmente comunicato, “è la prima volta che una scatola nera non viene ritrovata”. Non so se sia stata la prima volta, di certo è la prima volta che i resti di due aerei sono stati sommersi da milioni di tonnellate di detriti. Solo dei paranoici del complotto possono addurre a “prova” delle loro farneticazioni il fatto che le scatole nere degli aerei non siano state trovate! Neppure la stragrande maggioranza dei corpi degli assassinati è stata ritrovata, i resti delle vittime dell’11 settembre sono inestricabilmente fusi con ferro, vetro e cemento, con le stesse scatole nere.
Ed ancora, nel libro: “l’incredibile menzogna” si cerca di “dimostrare” che nessun aereo si è schiantato sul Pentagono l’11 settembre 2001! Il Pentagono è stato invece centrato da ..un missile! Esistono, è vero, migliaia di testimoni che affermano di aver visto l’aereo schiantarsi, questo però conta poco. I testimoni sono americani, quindi complici per definizione del loro governo! Il mancato ritrovamento di due scatole nere sommerse da milioni di tonnellate di detriti “prova” il complotto, migliaia di testimonianze non provano nulla. Basta questo a dimostrare in che modo i teorici del complotto “provano” la verità di quanto affermano.

Il rapporto fra le varie teorie del complotto e le prove che dovrebbero dimostrarne la veridicità è estremamente illuminante. In queste teorie la tesi del complotto non è il punto finale delle indagini, non costituisce una accusa supportata da serio materiale probatorio, è il punto di partenza di qualsiasi indagine. Il complotto è vero per definizione, stabilito questo si cercano le prove. E’ chiaro a questo punto che tutto “prova” il complotto. L’America ha bisogno di petrolio? Questo “dimostra” che ha organizzato gli attentati dell’11 settembre; in uno stato è in corso una guerra civile e in questo stato esiste del gas naturale? La guerra è stata scatenata dalle multinazionali del gas; lo stato X ha stipulato dieci anni fa degli accordi commerciali con lo stato Y il cui governo oggi è stato abbattuto da un golpe? Di certo il governo dello stato Y voleva rinegoziare le clausole degli accordi commerciali e per questo lo stato X ha organizzato il golpe. Con le “prove” che i teorici del complotto usano si può dimostrare tutto e il contrario di tutto: ogni paese possiede risorse naturali, ogni governo stipula accordi commerciali, ovunque esiste qualcosa che può interessare a qualcuno.
I teorici del complotto hanno sempre ragione, i complotti di cui parlano sono sempre veri, le prove a carico dei malvagi cospiratori sempre convincenti. Anche l’assenza di prove dimostra la veridicità del complotto, anzi , l’assenza di prove può essere considerata la prova regina dell’esistenza del complotto. Il complotto è perfetto, le menti che lo hanno organizzato sono assolutamente astute e perverse, i governi o le multinazionali che lo hanno finanziato sono potentissimi. Non si riescono a trovare prove che il complotto sia reale? E come si potrebbero trovare? Se si trovassero le prove questo dimostrerebbe che il complotto non era poi così perfetto, che chi lo ha organizzato non è poi così intelligente, malvagio e potente. Per le persone normali un complotto non esiste fino a che non ci sono ragionevoli prove della sua esistenza. Per i paranoici del complotto l’assenza di prove “dimostra” l’esistenza del complotto.
L’atteggiamento è ovviamente del tutto diverso nei confronti delle prove che dimostrano la non esistenza del complotto. Queste vengono o declassate a qualcosa di assolutamente irrilevante o spiegate come la risultante di altri complotti. Migliaia di testimoni affermano di aver visto l’aereo schiantarsi sul Pentagono? Sono Americani, quindi inattendibili; il teste X afferma cose in contrasto con la tesi del complotto? E’ stato pagato dai cospiratori; si trovano dei referti materiali che smentiscono quanto afferma la tesi del complotto? Sono stati costruiti ad arte dai servizi segreti. Il complotto genera complotti sempre nuovi; tutto ciò che smentisce la teoria del complotto è spiegabile con altri complotti. Tutti alla fine complottano, tutti cospirano, mentono, costruiscono prove false, pagano o eliminano testimoni. Tutti tranne gli angelici sostenitori del complotto.

Le teorie del complotto sono inconfutabili. Lo sono non solo perché costruite in maniera tale da non poter mai essere confutate, ma anche per un altro importante motivo. Anche il più fantasioso ed improbabile complotto è sempre possibile. Chi nega il complotto potrà dimostrare la sua scarsa credibilità, la mancanza di prove che lo dimostrino, la sua assurdità palese, non potrà mai dimostrare che non è possibile che il complotto esista o sia esistito. Il complotto X può sempre esistere, così come può accadere o essere accaduto l’evento Y, così come può esistere od essere esistito l’ente Z. Tutto ciò che non è logicamente contraddittorio è possibile. E’ impossibile che 2 + 2 faccia 5, ma è possibile che esistano draghi che sputano fuoco, che astronavi extraterrestri ci spiino giorno e notte, che la CIA abbia organizzato gli attentati dell’11 settembre 2001.
Le persone ragionevoli e culturalmente non in malafede non ritengono però che tutto ciò che è possibile debba per ciò stesso esser considerato reale. Un evento possibile può essere considerato reale se rientra in qualche esperienza comune a più esseri umani, sé è suscettibile di verifica intersoggettiva, se la sua esistenza può venir dimostrata da un materiale probatorio pubblicamente controllabile.

I teorici del complotto condividono con altri, ad esempio i sostenitori della parapsicologia, una singolare pretesa. Chi nega il complotto (o i fenomeni paranormali) non dovrebbe limitarsi a chiedere che complotto o fenomeni vengano provati, dovrebbe fare qualcosa di più: dovrebbe dimostrare che complotto o fenomeni non esistono. Non riuscire a dimostrare che un fenomeno esiste non equivale a dimostrare che esso non esiste. E’ questo invece che dovrebbe fare chi non crede a un certo complotto o non è convinto dell’esistenza reale di fenomeni come la telecinesi o la levitazione. Non basta dimostrare che non esiste alcuna prova seria che la CIA abbia organizzato gli attentati dell’11 settembre, occorre dimostrare che non li ha organizzati; l’onere della prova si inverte, non è Il teorico del complotto a doverne dimostrare l’esistenza, è chi nega il complotto a dover dimostrare che esso non esiste.
Mi è capitato una volta di seguire un programma televisivo in cui si discuteva del mostro di Loock- Ness. Chi sosteneva la tesi dell’esistenza del simpatico serpentone alla fine, messo alle strette dalle argomentazioni dei rivali ha affermato: “ammetto di non poter provare che il mostro esiste, voi però non potete provare che esso non esiste. Tempo fa l’esistenza del calamaro gigante era negata, ora tutti sanno che questo animale esiste”.
L’esempio del calamaro gigante è particolarmente calzante. Questo esempio sembra a prima vista convincente, ma tutta la sua forza risiede nel fatto che l’esistenza del calamaro è stata alla fine provata. Il calamaro gigante ha smesso di essere un mostro immaginario quando è stato visto, fotografato, misurato addirittura. Se il giovanotto impegnato nel dibattito televisivo avesse fatto l’esempio del drago che sputa fiamme il suo ragionamento sarebbe apparso del tutto inconsistente.
Non è possibile dimostrare che qualcosa non esiste. Dimostrare l’esistenza di X è cosa del tutto diversa dal dimostrane la non esistenza. Per dimostrare che X esiste basta inserirlo in una esperienza intersoggettiva, per dimostrate che X non esiste occorrere controllare tutte le possibili esperienze. X può sempre esistere perché se non è contraddittorio X è possibile. E’ sempre possibile immaginare un mondo in cui X esista, è possibile farlo anche se finora questo mondo non è mai stato oggetto di alcuna esperienza. Pretendere che chi non crede ad un complotto dimostri che esso non esiste è pretendere, appunto, l’impossibile, equivale ad assegnare ai propri rivali un compito che non può per definizione essere portato a termine. Se tutti avanzassero simili pretese qualsiasi forma di dialogo fra gli esseri umani sarebbe, anch’essa, impossibile.

Il mondo dei teorici del complotto è un mondo spettrale. In questo mondo nulla è come appare, tutto è illusione ed inganno; gli amici sono in realtà nemici, i nemici amici. I paranoici del complotto rovesciano tutto, mettono il mondo a testa in giù: gli israeliani sono i peggiori nemici degli ebrei, gli uomini bomba palestinesi sono manovrati da agenti israeliani, il massacro delle torri gemelle è stato organizzato non da chi brucia tutti i giorni bandiere a stelle e strisce ma dal presidente che gli Americani hanno democraticamente eletto. Chi dice di odiarci in realtà ci ama, chi dice di amarci in realtà ci odia. Il legame fra pensiero ed essere, discorso e realtà viene in questo modo irrimediabilmente lacerato. Le farneticazioni anti-occidentali dei fondamentalisti islamici sono solo innocui discorsi privi di conseguenze pratiche oppure autentici inganni elaborati dalla CIA e dal Mossad. Termini come “libertà”, “democrazia”, “tolleranza” non significano più niente, non designano alcun stato di cose reale, sono solo maschere dietro cui operano gli onnipotenti cospiratori. Noi crediamo di essere liberi, crediamo di vivere in pesi democratici, pensiamo che accettando di dialogare con chi è diverso da noi ci dimostriamo tolleranti. Sbagliamo. Non ci rendiamo conto che tutto questo è inganno, non capiamo che dietro la cortina fumogena dell’illusione agiscono coloro che tirano le fila di un gioco di cui noi siamo solo incoscienti pedine.
Come tutti coloro che pretendono di spiegare tutto mettendosi al riparo da ogni tentativo di confutazione anche i teorici del complotto finiscono però per cadere nella rete che loro stessi hanno teso. Se tutto è cospirazione perché non dovrebbero cospirare anche i teorici del complotto? Forse chi parla sempre di complotti sta organizzando un complotto gigantesco; il denunciare continui complotti forse fa parte a sua volta di un complotto, di un unico enorme complotto volto a convincere tutti che i cospiratori ci dominano. Un libro che faceva bella mostra di se in tutte le librerie si intitola: “Tutto ciò che sai è falso”, ma, se tutto ciò che so è falso come posso considerare vera l’affermazione secondo cui è falso tutto ciò che so? I teorici del complotto incappano nel paradosso del mentitore che affermando di mentire sempre dice almeno una volta la verità, ma dicendo questa verità mente. Se tutto è complotto è complotto anche la denuncia dei complotti: questa è la conclusione che i paranoici del complotto dovrebbero trarre dalle loro argomentazioni, dovrebbero, se paranoici non fossero.

La mentalità complottista assume particolare gravità a livello generale, politico, e, anche a questo livello, offre facili bersagli alle ansie, alle paure ed alle insoddisfazioni di molti. Le varie teorie del complotto mettono a disposizione degli esseri umani i responsabili concreti, visibili di tutto ciò che non va, che non funziona. Le crisi economiche sono causate dagli avidi speculatori, le guerre dai mercanti di armi. Non occorre cercare di capire come funziona un sistema economico, non occorre studiare la situazione internazionale, la soluzione è semplice, a portata di mano. Nella Germania nazista la colpa di tutto era degli ebrei e delle loro cospirazioni sataniche, nella Russia staliniana tutti gli insuccessi di una pianificazione avventurista erano addebitati ai complotti dell’imperialismo, oggi le “multinazionali” ed il governo degli Usa sono la causa di tutti i mali del mondo. Piace a molta gente questa piatta semplicità, rafforza la pigrizia mentale latente in ognuno di noi.
Le teorie del complotto offrono inoltre formidabili gratificazioni psicologiche agli esseri umani. “Io non sono stupido” pensa Caio. “Tutti credono che Bin Laden abbia organizzato gli attentati alle torri gemelle ma io non mi faccio ingannare. Altro che Bin Laden, di sicuro c’è sotto qualcosa, gli altri seguono la corrente, credono ai giornali ed alla televisione, io no, io sono intelligente, a me non la si fa!”. Chi vede complotti ovunque è convinto di essere assai più intelligente ed avveduto dei normali esseri umani, pensa di saper guardare le cose in profondità, di non fermarsi alle “apparenze”. Il teorico del complotto si sente superiore a tutti gli altri, lui è una persona capace di guardare lontano, gli altri sono sciocchi creduloni, lui no, no, lui no. Invece lo sciocco credulone è proprio lui. Come lo Schakespiriano re Lear il teorico del complotto non ha occhi per vedere né orecchie per sentire. Accecato dai suoi sospetti scambia i nemici per amici e viceversa, mentre insegue le sue fantasie è incapace di vedere la verità che con tutta chiarezza sta sotto i suoi occhi. Nel bellissimo libro “Il lato oscuro della storia” Daniel Pipes cita il caso di Stalin che nel 1941 non si rese conto, malgrado tutte le evidenze, che la Germania nazista stava per attaccare l’URSS. Cosa impedì al dittatore georgiano di vedere ciò che chiunque poteva vedere? Precisamente la sua sospettosità paranoica. Stalin pensava che tutte le prove dell’imminente attacco tedesco fossero costruite ad arte dai servizi segreti britannici per far entrare la Russia in guerra. Accecato dai sospetti non diede alcuna importanza al fatto che Hitler stava ammassando milioni di soldati alle frontiere sovietiche. Nella prima fase della guerra la Russia sovietica dovette così subire perdite enormi. La paranoia del suo capo costò milioni di morti (evitabili) al popolo russo.


Per il teorico del complotto chi non da credito alle sue fantasie è sciocco e credulone. E’ il caso di dire: evviva gli sciocchi e i creduloni! La persona sensata crede a ciò che vede. Sa che spesso i sensi ingannano ma sa anche che è possibile parlare di inganno solo se esiste un criterio di verità che ci fa distinguere l’inganno da ciò che inganno non è. La persona sensata sa che esistono i complotti ma sa anche che non tutto è complotto. E' disposta a credere che qualcuno cerchi di ingannarla ma sa anche che  potrebbe cercare di ingannarla anche chi parla sempre di inganni, vuole perciò che l’inganno, se esiste, sia provato. La persona sensata non si fida sempre e comunque di tutti ma ritiene illogico e distruttivo non fidarsi mai di nessuno. Non ritiene di essere superiore a tutti gli altri, non pensa di essere la sola a vedere ciò che tutti gli altri non vedono, diffida di chi stuzzica la sua vanagloria, detesta i linciaggi, anche quelli mediatici. Quando pensa a sé stessa la persona sensata cerca di essere, almeno in certe occasioni, almeno un po’, autocritica. Chi ha buon senso non pensa di avere sempre ragione. La persona sensata è un normale essere umano dotato di buon senso, esattamente ciò che i teorici del complotto odiano con più forza. Che cuociano pure nel loro odio.



1 commento:

  1. IL COMPLOTTO SERVE A CREARE UN ESTREMA CONFUSIONE DENTRO LA QUALE SGUAZZANO COME PESCI I PRINCIPI DEL PASTONE DEL POPULISMO, DELLA SCENEGGIATA .....QUELLI LI DELLE SCIE CHIMICHE E DI CHISSA' QUALI ALTRE INVENZIONI ONIRICHE

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